Sul contenuto dei documenti pubblicati dal sito WikiLeaks, si è scatenata una guerra di polemiche, dichiarazioni, versioni e richieste d’indagine.
Se da una parte Russia e l ‘Alto Commisario Onu per i Diritti Umani Navi Pillay hanno chiesto agli Stati Uniti di indagare sui crimini perpetrati in Iraq dalle forze locali su prigionieri in carcere, e sui quali gli Usa avrebbero taciuto, dall’altra, l’Iran e alcune voci americane puntano il dito proprio contro WikiLeaks.
La diffusione dei documenti di WikiLeaks sull’Iraq “è completamente sospetta”. E’ quanto ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki. Tra le migliaia di file riservati pubblicati dal sito d’intelligence, e’ emerso che l’Iran ha addestrato e fornito armi alle milizie sciite, responsabili di numerosi attacchi contro le truppe occidentali. Teheran, secondo WikiLeaks, ha agito allo scopo di influenzare la politica del governo iracheno. Mottaki, nel respingere tutte le accuse mosse contro l’Iran, ha inoltre sottolineato che nei documenti sono state minimizzate le operazioni Usa in Iraq e non vi è traccia delle atrocità.
Più diretta è stata Fox News, il network conservatore fili partito repubblicano. “Julian Assange, il leader del sito WikiLeaks, e i suoi collaboratori sono ‘nemici combattenti’ degli Stati Uniti, alla stregua dei terroristi di Al Qaeda, da fare oggetto di ‘azioni extragiudiziarie”. E’ durissima la requisitoria apparsa sul sito Internet del canale tv Usa FoxNews, e firmato da Christian Whiton, ex consigliere del Dipartimento di Stato. La pubblicazione di 400.000 pagine di documenti ‘classified’ da parte di WikiLeaks, sottolinea Whiton, “e’ una seria sfida per la nostra sicurezza nazionale. Non c’entra niente la trasparenza del governo o la libertà di espressione, come sostiene WikiLeaks e il suo leader, un certo Julian Assange. Piuttosto si tratta di un atto di guerra nei confronti degli Stati Uniti”. In effetti, argomenta ancora il commentatore, “WikiLeaks e’ un’organizzazione straniera che ha ottenuto questi documenti come risultato di spionaggio, e intende utilizzare tale informazione per deformare e alterare la politica Usa”. Eppure finora, lamenta Whiton, “l’amministrazione Obama appare essersi addormentata al volante”. Invece, sostiene ancora l’ex consigliere del Dipartimento di Stato, ci sarebbe parecchio che si potrebbe fare il gruppo di WikiLeaks. “Primo, incriminare Assange per spionaggio, a prescindere se si trovi o meno sotto giurisdizione Usa, e chiedere ai nostri alleati di fare lo stesso. Secondo, esplorare le possibilità per il presidente di dichairarare WikiLeaks e i suoi addetti nemici combattenti, spianando la strada ad azioni extragiudiziarie”. “Terzo – scrive ancora il commentatore di FoxNews – congelare i beni di WikiLeaks e dei suoi sostenitori, e sanzionare organizzazioni finanziarie che lavorino con questa organizzazione che rende possibile il terrorismo, in modo che non possano dare il via libera a transazioni in dollari“.
Ma allora, chi ha ragione? Ma soprattutto: ci si può fidare di Wikileaks?