Non profit
Al via il summit di Cancun
172 Paesi in Messico alla conferenza Onu per contrattare sulle emissioni di CO2
di Redazione

Si apre oggi a Cancun, in Messico, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Le delegazioni di 172 Paesi si confronteranno per dieci giorni sugli accordi per ridurre le ?emissioni dei gas serra in vista della scadenza nel 2012 del Protocollo di Kyoto.
Le anticipazioni dicono che quello di oggi sarà un summit di passaggio, fra quello fallimentare di Copenhagen e il prossimo, sul quale si riversano le aspettative, in Sudafrica.
I governi punteranno a mettersi d’accordo su alcuni obiettivi, cercando di evitare l’empasse dello scorso anno. Si cercherà di trovare una convergenza su piccoli passi e linee generali: il quadro di riferimento in materia di adattamento ai cambiamenti climatici; il meccanismo per la cooperazione tecnologica, per la condivisione del know how fra Nord e Sud del Pianeta; un aumento della capacità di gestire il fenomeno (capacity building) tramite le istituzioni; la riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado nei paesi in via di sviluppo.
Uno dei temi chiave per i negoziati sarà quello dei finanziamenti ai paesi poveri, a partire dal fondo “Fast start” dell’Ue del periodo 2010-2012. Su questo fronte, al fondo Ue mancano i fondi promessi dall’Italia. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha promesso di mantenere gli impegni economici presi, ma senza dare cifre.
Allo studio ci sono anche ricerche e proposte, che dimostrano che investire nella lotta contro il cambiamento climatico e contro l’inquinamento conviene a lungo andare anche dal punto di vista economico. «Questo dilemma tra proteggere l’ambiente e combattere la povertà, tra combattere il cambiamento climatico e la crescita economica, è un falso dilemma» ha detto il presidente del Messico Felipe Calderon.
L’Unione europea ha spinto i Paesi membri a concentrasi su alcune iniziative, come la Redd+, un’iniziativa per ridurre le emissioni di gas serra provocate da deforestazione e dal degrado delle foreste.
Entro il 2020, l’Ue dovrebbe contribuire con una somma di 30 miliardi di euro l’anno, oltre ai fondi già previsti di aiuto allo sviluppo, verso un “Fondo globale per il clima”.
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