Mondo

Basta speculare sulla fame

La Fao ha annunciato oggi che i prezzi dei beni alimentari hanno raggiungo un massimo storico

di Redazione

«La FAO ha annunciato oggi che i prezzi alimentari mondiali hanno raggiunto un massimo storico, superando il livello raggiunto durante la crisi dei prezzi del 2007-2008. In quel biennio, il numero delle persone affamate nel mondo ha toccato il miliardo e da allora si è abbassato di poco. I dati della FAO dovrebbero far suonare un campanello d’allarme in tutto il mondo». A lanciare l’all’arme è l’ong Oxfam Italia.

Oggi la Fao ha detto che a gennaio è stato toccato un nuovo record per quanto riguarda i prezzi dei beni alimentari: a quota 231 punti, in rialzo del 3,4 per cento rispetto a dicembre. E’ il settimo mese consecutivo che l’indice va ad aggiornare i massimi storici e anche in termini nominali risulta il livello più elevato da quando nel 1990 la Fao ha iniziato la rilevazione dell’indice.

L’indice si basa su un paniere composto da materie prime come grano, riso, carne, prodotti caseari e zucchero.

L’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura ha lanciato l’allarme soprattutto in merito alle possibili conseguenze che gli incrementi dei prezzi alimentari potranno avere nei Paesi a più basso reddito costretti ad importare materie prime alimentari.

«I buoni raccolti in alcuni paesi poveri stanno compensando per ora gli effetti degli alti prezzi internazionali» continua Oxfam. «Ma se questi rimangono elevati, in pochi mesi milioni di persone saranno colpite da un’altra grande crisi. I poveri nei paesi in via di sviluppo spendono fino all’80% del loro reddito in cibo. Gli alti prezzi alimentari li costringono a svendere la loro terra o a sacrificare l’istruzione dei loro figli semplicemente per mettere de cibo in tavola».
 
«È necessario che tutti i governi agiscano urgentemente e in modo coordinato per affrontare la volatilità dei prezzi alimentari» afferma Oxfam. «Per questo il Comitato per la Sicurezza Alimentare (CSA), l’organismo mondiale responsabile per la lotta contro la fame, deve riunire i ministri di tutti i governi per sviluppare un piano d’emergenza entro giugno. Il piano deve prevedere misure che “calmino” i mercati, migliorandone trasparenza e regole, e aiutare le persone che sono colpite dagli effetti immediati della volatilità dei prezzi. Nel lungo termine, il piano deve affrontare le cause profonde della volatilità dei prezzi come gli scarsi investimenti a favore dei piccoli contadini e la mancanza di reti di protezione sociale per i consumatori poveri».
 
L’Italia ha un ruolo importante, sottolinea la ong: come paese ospitante delle agenzie sulla sicurezza alimentare e membro del G8 e del G20, deve «contribuire a far sì che tutti i governi agiscano in modo coordinato prima che sia troppo tardi». «I governi devono evitare di ripetere gli errori del passato, quando hanno reagito ai prezzi crescenti bandendo le esportazioni e accumulando scorte alimentari. Una risposta simile peggiorerebbe solo la situazione e sarebbero i più poveri a pagarne il prezzo».
 
«I ministri delle finanze del G20, tra cui l’Italia, si incontreranno a febbraio a Parigi. Oxfam si aspetta che rendano i mercati delle derrate alimentari più trasparenti e non mettano in pericolo il diritto al cibo».

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