Mondo

Il parroco: «Si rischia la catastrofe»

Don Stefano Nastasi parrocco dell'isola da giorni si sta occupando degli oltre 4mila immigrati sbarcati

di Redazione

«L’Europa faccia la sua parte perché qui si rischia la catastrofe. Fino a oggi i numeri si tamponano, il problema sarà nei prossimi giorni. Se continua questo flusso di immigrati la situazione precipita». È il grido d’allarme lanciato da don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, che da giorni si occupa degli oltre quattromila immigrati sbarcati sull’isola di Lampedusa. Fino a ieri, quando è stato riaperto il centro di accoglienza, molti extracomunitari hanno dormito in una struttura della parrocchia. «Qualcuno sostiene che la tregua di oggi è soltanto momentanea – spiega – perché visto che la situazione qui in Italia per gli immigrati arrivati non è rosea allora sarebbero stati invitati a  fermare per un po’ le partenze». Fino alla notte scorsa don Stefano è stato insieme a un gruppo di immigrati al centro d’accoglienza. Un gruppo di loro era già pronto per partire in un centro di permanenza temporanea del sud d’Italia, ma il guasto al velivolo ha impedito la partenza.

«Erano disperati – racconta ancora il parroco – volevano ad ogni costo la mia parola che entro poche ore lasciassero Lampedusa». Invece, una parte del gruppo è ancora al centro d’accoglienza, mentre un centinaio sta per partire a bordo della nave traghetto Palladio per Porto Empedocle (Agrigento).
«Questa volta si tratta di immigrati diversi dai soliti -dice ancora don Stefano- si tratta anche di gente laureata o di lavoratori che hanno perso il posto dopo la terribile crisi della Tunisia. La situazione è ancora peggio di quella che c’era prima in Tunisia. Dopo i disordini dei giorni scorsi, molte ditte straniere, tra cui italiane hanno lasciato il paese e quindi adesso questa gente ha perso il lavoro già precario». È sempre il parroco a spiegare che «molti immigrati non vogliono restare né in Sicilia né in Italia, ma vogliono partire per il nord Europa, come in Francia, Belgio e Germania».

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