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Ucciso il ministro cristiano per le minoranze
È Shahbaz Bhatti assassinato a Islamabad. Il ricordo di padre Lombardi e di Impagliazzo
di Redazione
Il ministro pakistano per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco a Islamabad, la capitale del Pakistan. Lo riferiscono i media locali. Secondo le prime informazioni, uomini armati avrebbero aperto il fuoco contro l’auto del ministro.
La notizia della morte di Bhatti, precisa la tv locale ‘Geo’, è stata confermata da Azmat ullah Qureshi, portavoce dell’ospedale della capitale dove è stato trasferito il ministro dopo l’agguato. Bhatti è stato assassinato nel tragitto che stava percorrendo per recarsi da casa al lavoro. Il ministro, cristiano, aveva ricevuto in passato minacce di estremisti, si era interessato alla vicenda di Asia Bibi e si era dichiarato a favore di un emendamento della legge sulla blasfemia).
L’assassinio di Bhatti, ”è un nuovo fatto di violenza di terribile gravità. Esso dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e contro la libertà religiosa in generale”: lo ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. ”Bhatti – ha detto ancora – era il primo cattolico a ricoprire un tale incarico. Ricordiamo che era stato ricevuto dal Santo Padre nello scorso settembre e aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunita’ religiose del paese”. ”Alla preghiera per la vittima, alla condanna per l’inqualificabile atto di violenza, alla vicinanza ai cristiani pakistani così colpiti dall’odio, si unisce l’appello – ha concluso padre Lombardi – perché tutti si rendano conto dell’urgenza drammatica della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e persecuzione”.
“La morte di Bhatti rappresenta una grave perdita per il Pakistan, per le ragioni del dialogo e per noi tutti”, ha dichiarato commosso Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio. “Uomo mite e coraggioso, aveva dedicato tutta la sua azione politica alla grande prospettiva di una pacifica coabitazione di tutte le religioni nel suo paese e si era battuto con forza per modificare la legge sulla blasfemia, nonostante le numerose e chiare minacce subite. E’ un uomo che ha lottato a mani nude per costruire una società del vivere insieme. Lo ricordo anche per la sua convinta azione a favore della grazia per Asia Bibi”.
“Anche se in queste ore prevalgono la tristezza e l’angoscia per i cristiani pakistani – ha concluso Impagliazzo – continuiamo a credere e a sperare che il suo sacrificio e il suo esempio guidino il Pakistan verso un futuro migliore e una nuova stagione di collaborazione e di intesa tra tutti i credenti. La Comunità di Sant’Egidio presente in dieci città del Pakistan continuerà a lavorare per la pace con maggiore impegno”.
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