E’ tornato a parlare in tv il leader libico Muammar Gheddafi, che in un’intervista all’emittente francese Lci ha nuovamente accusato le potenze straniere di essere coinvolte nella ribellione in corso nel Paese nordafricano per chiedere le sue dimissioni. In particolare, questa volta il Colonnello ha parlato di un complotto colonialista contro la Libia, guidato dalla Francia
A riprova della sua tesi ha detto che martedì le sue forze hanno catturato diversi stranieri nel corso di vari raid. L’influenza straniera, secondo Gheddafi, sarebbe quindi determinante sul movimento dei ribelli libici. Citando la presenza di ”armi e alcol” all’interno di moschee riconquistate dai suoi miliziani, il leader libico ha parlato di rivoluzionari provenienti da Afghanistan, Egitto e Algeria. ”Le forze straniere”, ha aggiunto, stanno reclutando giovani vulnerabili a Zentain, Al Zawiyah e Bengasi, le città in mano ai ribelli.
Il nuovo discorso di Gheddafi arriva dopo che i ribelli gli hanno posto un ultimatum di 72 ore per dimettersi. Ultimatum a cui il Colonnello non ha fatto cenno nel suo discorso.
Intanto cominciano a registrarsi segnali di malcontento e delusione, tra la popolazione di Bengasi, città in mano ai ribelli. Il timore, tra la gente, è che la macchina della propaganda messa in moto dal leader libico Muammar Gheddafi possa portare i suoi frutti e che il Paese si convinca che solo lui sia in grado di guidare la Libia. Nella città dove è stato fondato il Consiglio nazionale dell’opposizione libica, insomma, secondo quanto riporta l’inviata della Bbc c’è la sensazione che il popolo libico potrebbe, ancora una volta, consegnare il proprio destino nelle mani del Gheddafi.
Ad al-Zawiyah i carri armati delle brigate fedeli a Muammar Gheddafi si stanno intanto avvicinando alla piazza al-Shuhada, nel centro della città, in mano ai ribelli. Lo riferisce la tv araba ‘al-Jazeera’. Dopo giorni di cannoneggiamenti e raid aerei, le truppe di Gheddafi potrebbero tentare oggi di conquistare definitivamente la città.
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