Al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano letteralmente blindato dalle forze dell’ordine è iniziata l’udienza preliminare davanti al gup Maria Vicidomini del processo Mediatrade sui diritti tv.
Silvio Berlusconi è entrato nell’aula del procedimento dove deve rispondere di frode fiscale e appropriazione indebita. Impossibile per i giornalisti avvicinarlo. Non solo le vie d’accesso all’ufficio del gup sono presidiate, ma per ragioni il premier è stato fatto salire da un’ascensore interno dal quale, probabilmente, lascera’ il Tribunale al termine dell’udienza.
Per l’arrivo del premier, che torna a Palazzo di Giustizia dopo 8 anni, sono state infatti previste misure straordinarie: ingente presenza delle forze dell’ordine dentro e fuori il palazzo e corridoi del settimo piano, l’ala riservata agli uffici dei gip e gup, per ora off limits a giornalisti e fotografi.
Alcune decine di sostenitori del premier stanno manifestando davanti al Palazzo di giustizia di Milano. “Silvio devi resistere resistere resistere” e “La politica nei seggi elettorali e non nei tribunali”, questi alcuni dei cartelli esposti dai militanti del Pdl.
“E’ un fatto confermato da tutti i testimoni che io, nella mia azienda, in Mediaset, non mi sono mai occupato dell’acquisto di diritti televisivi ed è un fatto, confermato da tutti i testimoni, che dal gennaio del ’94, quando sono sceso in campo nella politica e mi sono dimesso da ogni carica, mi sono allontanato dalle aziende che avevo fondato per dedicarmi solo ed esclusivamente al Paese”, ha intanto affermato il Cavaliere intervistato da Maurizio Belpietro a ‘La Telefonata su ‘Mattino cinque’, spiegando in modo dettagliato tutta la vicenda che lo vede imputato nel processo Mediatrade. “Io – ha ribadito il presidente del Consiglio – non mi ero occupato di diritti televisivi nemmeno prima, perché i diritti televisivi venivano acquistati da una sezione di Mediaset che aveva dei bravissimi manager a capo e che passavano all’ufficio acquisti le loro richieste per gli acquisti di film e di telefilm sul mercato americano”.
“Si tratta di accuse – ha detto ancora il premier – che sono non solo infondate ma anche ridicole. I fatti risalgono alla prima metà degli anni Novanta, si tratta dell’acquisto da parte di Mediaset dei film e dei telefilm prodotti dalla Paramount, che invece che essere fatti direttamente da Mediaset passavano attraverso un imprenditore americano che aveva degli ottimi rapporti con la Paramount e il suo presidente e aveva avuto un’esclusiva delle produzioni Paramount per l’Europa”. “Io Frank Agrama l’ho conosciuto due tre volte negli anni Ottanta e poi non l’ho più visto. Anche le indagini hanno dimostrato che tutti gli utili che questo intermediario ha fatto vendendo i suoi diritti sono stati rintracciati in conti intestati a lui. Non c’è stato nessun dollaro che sia passato a me attraverso questo Agrama”.
La scelta di presentarsi in Tribunale questa mattina, sottolinea poi, “è conseguente a quella incredibile sentenza della Corte costituzionale che ha deciso che in Italia, soltanto in Italia, un presidente del Consiglio, che si deve occupare dei problemi del Paese, possa essere sottoposto a processo, distogliendo la sua testa, la sua attenzione e il suo tempo dall’incarico e dalla responsabilità pubblica”. “In tutti gli altri Paesi civili – ha affermato ancora il capo dell’esecutivo – succede che i processi si sospendono, il presidente del Consiglio svolge il suo incarico, alla fine del suo incarico i processi ritornano fuori e continuano contro di lui. E’ accaduto recentemente ad esempio per il presidente Chirac in Francia”. Berlusconi ha poi annunciato che si recherà alle udienze “a cui potrò presentarmi, cercando di non sospendere mai i processi”.
“Bisogna continuare a tenere sotto una spada di Damocle giudiziaria e mediatica il nemico ideologico e politico che è Silvio Berlusconi, che è l’ostacolo che impedisce alla sinistra di raggiungere il potere. Purtroppo il comunismo in Italia non si è mai arreso e non è mai cambiato – ha proseguito Berlusconi – c’è ancora chi usa il codice penale come uno strumento di lotta ideologica e pensa che la parte politicizzata della magistratura possa usare qualsiasi mezzo per annientare l’avversario che è vittorioso nelle elezioni e forte nel consenso popolare”. “Io sono l’uomo più imputato dell’universo e della storia – ha detto ancora il premier – perché sono state 2.564 le udienze contro di me e contro il mio gruppo. Quella di stamattina ci risulta essere la 2.565/ma udienza, quindi sono più di mille i magistrati che si sono occupati di me senza aver mai conseguito alcun successo e continuano, sapendo bene di non poter arrivare ad una condanna, ma mettendomi sui giornali di tutto il mondo e gettando fango su di me e sulle mie aziende e naturalmente facendomi perdere un mare di tempo e un mare di soldi”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.