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Roccella: «Da Veronesi forzature ideologiche»

Il commento del sottosegretario alla Salute alle affermazioni del’oncologo sul testamento biologico

di Redazione

 

«Come spesso accade, le forzature ideologiche non tengono in nessun conto i numeri e i fatti: se fosse vera la sua offensiva ipotesi, Veronesi dovrebbe spiegare come mai in tutte le votazioni segrete avvenute sui punti più delicati della legge, il numero dei voti sia cresciuto a volte in modo consistente». È il commento del sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella alle affermazioni di Umberto Veronesi, secondo cui la maggior parte dei senatori «hanno votato la legge sul biotestamento per questioni di opportunità, perché il clima è tale che bisogna tenersi buona la comunità ecclesiastica».

«Il professor Umberto Veronesi», prosegue Roccella «si ostina inspiegabilmente a definire la condizione dello stato vegetativo come “irreversibile” e “permanente” quando gli specialisti e la comunità scientifica hanno abbandonato queste definizioni ormai da anni, proprio perché nessun medico può assicurare che non ci siano possibilità di recupero. Ma la cosa più grave nelle dichiarazioni del professore è l’accusa di strumentalità rivolta ai senatori della maggioranza che avrebbero votato la legge Calabrò solo per cinico opportunismo».

Roccella ricorda anche che «il Governo per due volte, su emendamenti di apertura ad alcune richieste dell’opposizione (allargamento della platea oltre gli stati vegetativi, e alimentazione e idratazione), aveva dato parere favorevole, mentre la maggioranza dei senatori ha votato contro. La verità è che nel Parlamento italiano, come nel resto del Paese esiste uno spontaneo sentimento di “favor vitae” contro ogni slittamento verso l’eutanasia».

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