Non profit

L’allarme dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

Marino: «Se diventa straniera danno senza rimedio a filiera italiana del latte»

di Redazione

«Occorre fare chiarezza sul binomio: difesa dell’italianità e investimenti stranieri in Italia. Difendere l’italianità non significa impedire che nel nostro Paese si investa dall’estero, anzi sono risorse molto ben accette quando sono generatrici di ricchezza e di occupazione in Italia, ma dannose quando puntano a impossessarsi di marchi italiani per trasformarli in strumenti per commercializzare e per veicolare prodotti stranieri».

Così Luigi Marino, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) e presidente di Confcooperative ritorna sul dibattito in corso e mostra nuovamente sostegno alle misure “antiscalate” messe in campo dal governo.

«Non siamo per la difesa sic et simpliciter della proprietà italiana di un marchio, ma siamo convinti difensori – aggiunge Marino – della ricaduta economica che quel marchio ha sul territorio, così come nelle caratteristiche dell’impresa cooperativa che vive per lo sviluppo del territorio in cui nasce. Nel caso di Parmalat – conclude Marino – l’acquirente straniero danneggerebbe, senza rimedio e senza possibilità di recupero, la filiera dei produttori italiani di latte, una filiera, tra l’altro, che è già fortemente sotto stress».

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.