Mondo
Anno record, ma l’Italia resta indietro
Nonostante la crisi pochi Paesi Ocse hanno tagliati i fondi per l'aiuto pubblico allo sviluppo
di Redazione
Nonostante la crisi economica, gli “aiuti pubblici allo sviluppo” (APS/ODA) destinati alla lotta contro la povertà dei paesi del Sud del mondo hanno raggiunto nel 2010 la cifra record di 128,7 miliardi di dollari con un incremento del 6,5% rispetto al 2009. Lo riporta l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che nei giorni scorsi ha reso noti i dati del Development Assistance Committee (DAC). Si tratta del più alto livello reale di aiuti ufficiali di sempre che superano anche la cifra stanziata nel 2005 che includeva un’ampia – e per diversi aspetti controversa – parte di riduzione del debito inclusa nel totale dei contributi stanziati.
Nel 2010 i principali paesi donatori sono stati nell’ordine Stati Uniti (30,2 miliardi di dollari), Regno Unito, Francia, Germania e Giappone, riporta il sito Unimondo. I paesi dell’UE membri del DAC hanno fornito un totale di 70,2 miliardi di dollari, pari al 54% del totale dei aiuti pubblici forniti dal DAC. Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia – con quote pari o superiori allo 0,7% del proprio Pil – hanno continuato a superare l’obiettivo stabilito delle Nazioni Unite riguardo alla percentuale sul Pil da stanziare agli aiuti pubblici (APS). I maggiori incrementi in termini reali nello stanziamento di aiuti pubblici tra il 2009 e il 2010 sono stati registrati da Australia, Belgio, Canada, Giappone, Corea, Portogallo e Regno Unito. L’aiuto bilaterale all’Africa è stato di 29,3 miliardi di dollari, di cui 26,5 miliardi sono stati destinati ai paesi dell’Africa sub-sahariana.
Nonostante l’incremento generale di aiuti ai paesi poveri e il record storico, l’Unione Europea ha mancato gli obiettivi che si era prefissata per il 2010 – sottolinea un comunicato della rete di Ong europee CONCORD che da anni tiene monitorati i dati degli aiuti pubblici allo sviluppo. «L’annuncio odierno mostra una deludente mancanza di progresso da parte degli stati membri dell’Unione» ha commentato per la rete Thomas Johnny.
Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito hanno tutti raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati per il 2010, mentre le mancanze di alcune delle principali economie europee (Francia, Germania e Italia) hanno fatto sì che l’Unione nel suo insieme non raggiungesse gli obiettivi prefissati.
Come lo scorso anno l’Italia resta maglia nera nell’OCSE (la Corea del Sud è membro effettivo del DAC solo dal gennaio 2010) e l’aiuto italiano è sceso in un anno dallo 0,16% allo 0,15% del Pil, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 del 1,5%, ma addirittura del 35% rispetto al 2008 – segnalano le associazioni di Link2007, Cini e Associazione Ong italiane in un comunicato (in .pdf) emesso nei giorni scorsi.
«Non solo l’Italia continua a mettere all’ultimo posto delle proprie scelte di bilancio l’aiuto pubblico allo sviluppo, ma questa scelta sta provocando l’allontanamento di tutta l’Unione Europea dagli obiettivi continentali» commentano le Ong italiane.
Le Ong fanno notare che «nonostante la crisi economica pochi sono i paesi dell’OCSE che hanno tagliato gli aiuti. Non il Portogallo e neppure gli Stati Uniti, che invece hanno aumentato gli stanziamenti rispettivamente del 31,5% e del 3,5%”» I paesi che hanno ridotto l’aiuto oltre l’Italia sono stati la Grecia, l’Irlanda e la Spagna, ma, a parte la Grecia, gli altri due Paesi destinano rispettivamente lo 0,53% e lo 0,43% del loro Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo.
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