Non profit
Maroni: funziona l’accordo con la Tunisia
Ma si attende un'ondata dalla Libia
di Redazione
Non verranno aperti altri centri o tendopoli. La fase acuta dell’emergenza che ci ha portato a realizzare questi siti si è conclusa”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine della cerimonia per la firma al Viminale di un protocollo d’intesa tra il ministero dell’Interno, l’Agenzia del Demanio e il Comune di Brescia.
“L’accordo con la Tunisia – ha rilevato il titolare del Viminale – sta funzionando, tutti i giorni vengono fatti i rimpatri di coloro che sono arrivati dopo il 5 aprile. Stiamo potenziando il sistema di controllo e pattugliamento delle coste”.
Oggi altri 30 immigrati tunisini sono stati rimpatriati con un volo decollato dall’aeroporto di Lampedusa. Le operazioni di imbarco sono avvenute senza problemi. Entro oggi è previsto un altro volo per la Tunisia. Anche ieri altri 60 tunisini sono partiti alla volta di Tunisi.
Dopo la Tunisia, però, potrebbe essere in arrivo una nuova ondata di sbarchi di immigrati dalla Libia. E’ quanto sarebbe emerso, a quanto si apprende, dalla riunione di questa mattina del Copasir, che ha audito il direttore dell’Aisi, generale Giorgio Piccirillo. Nell’audizione a palazzo San Macuto, Piccirillo avrebbe sottolineato che c’è stata una ripresa dei flussi clandestini, conseguenza fisiologica del fatto che sono venuti meno gli accordi bilaterali. A quanto si apprende, il rischio che tra i nuovi arrivi possano esserci anche terroristi non si può escludere ma al momento è considerato ”potenziale” dalla nostra intelligence.
Sul fronte europeo, riferendosi alla possibilità ventilata ieri dal sottosegretario di Stato belga all’Immigrazione Melchior Wathelet di condurre controlli negli aeroporti e nelle stazioni degli autobus sugli arrivi dall’Italia, un portavoce della Commissione europea ha fatto sapere che “il Belgio non ha notificato all’Unione europea la reintroduzione dei controlli alle frontiere”. “La nostra idea è che il Belgio parli solo di controlli di polizia intensificati”, ha precisato il portavoce ricordando che l’art. 21 del Trattato di Schengen prevede questa possibilità.
La gestione del flusso dei profughi diretti verso i nostri paesi chiama in causa “una doppia responsabilità, europea e nazionale” ha sottolineato l’ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, Michael H. Gerdts. “Un’intesa a livello europeo esiste – ha detto il diplomatico parlando con l’Adnkronos – E’ chiaro che i flussi di immigrati provenienti non solo dall’Africa, ma anche dall’Europa orientale, dall’Asia, dall’Afghanistan necessitano di una soluzione europea. In questo momento già si sta lavorando a un’intesa comune all’interno dell’Unione”. “Ma – rimarca – rimarrà sempre anche la responsabilità dei singoli paesi, chiamati a dare una mano ai profughi che arrivano nella prima fase dell’emergenza”.
Quella scorsa è stata una notte senza sbarchi sull’isola di Lampedusa dove non arrivano immigrati da ventiquattro ore, anche a causa del mare grosso. Mentre sono riprese le ricerche dell’immigrato africano disperso ieri mattina durante il naufragio del barcone con a bordo 192 persone davanti alle coste di Pantelleria in cui sono morte due giovani donne. Tra oggi e domani i 189 superstiti dovrebbero essere trasferiti sull’isola di Lampedusa da dove saranno poi smistati in centri d’accoglienza per i profughi.
Contro gli immigrati sono comparse questa notte sui muri della scuola Marco Polo in piazza Ippolito Nievo a Genova Quarto, una delle strutture scelte dal Comune per ospitare i nordafricani. Sui muri ”Italia agli italiani” e ”Al rogo”. Sono anche comparse svastiche, croci celtiche e la sigla Ss.
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