Mondo

Il paese è in una fase pre-rivoluzionaria

Secondo la femminstra Cherifa Bouatta,ogni giorno si contano scioperi e manifestazioni ma non sono coordinate tra loro perché non esiste un movimento unitario

di Redazione

«In questo momento non possiamo parlare di una rivoluzione in atto in Algeria, come è avvenuto in Tunisia ed in Egitto. Il paese sta vivendo una fase pre-rivoluzionaria». È con queste parole che la leader del movimento femminista algerino, Cherifa Bouatta,  la situazione in cui si trova il suo paese. «In questo momento ci sono molte associazioni che chiedono la fine del regime di Abdelaziz Bouteflika e ogni giorno si contano scioperi e manifestazioni – ha affermato – il problema è che non sono coordinate tra loro perché non esiste un movimento unitario». Secondo Bouatta, «anche nel nostro paese la gente chiede giustizia e dignità. Non è escluso che si arrivi anche in Algeria a una rivoluzione simile a quella tunisina, ma ci vuole ancora tempo». La femminista algerina esclude che dietro i manifestanti ci siano i gruppi radicali islamici. «Fino ad ora non ho sentito la voce degli islamici tra i manifestanti – ha commentato – addirittura sabato scorso ha preso parte a un corteo anche l’ex leader del disciolto Fronte di Salvezza islamico (Fis), Ali Bin Hajj, e ho visto che buona parte dei giovani presenti nemmeno lo conosceva». Pur facendo parte di questo movimento anti-governativo, le femministe algerine continuano a portare avanti battaglie per difendere i diritti delle donne. «In Algeria ora ci sono leggi che noi femministe consideriamo discriminanti – spiega – ci sono associazioni feministe che chiedono pari opprotunità e la revisione del codice di famiglia perché ora non c’è uguaglianza tra uomo e donna». La Bouatta, che è anche docente universitario ad Algeri, si trova oggi a Napoli per partecipare a una manifestazione elettorale per le amministrative del 15 maggio di Sinistra Ecologia e Libertà.

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