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Riformare Schengen? Stop di Bruxelles a decisioni unilaterali

Lo ha affermato il presidente José Barroso

di Redazione

Stop alle decisioni unilaterali, come e’ avvenuto durante le tensioni tra Italia e Francia per gli immigrati tunisini, e proseguire nel rafforzamento di Schengen in base alle proposte presentate da Bruxelles. Perche’ gli stati membri non possono essere lasciati da soli ad affrontare l’emergenza immigrazione, il cui peso deve essere equamente ripartito tra i paesi Ue.

E’ il messaggio ribadito oggi dal presidente della Commissione europea Jose’ Manuel Barroso davanti all’Europarlamento a Strasburgo. “E’ giunto il momento di stroncare sul nascere la tendenza” che ha visto gli stati membri “agire in modo unilaterale e non necessariamente con una prospettiva europea” nell’applicare Schengen, di cui e’ quindi necessario un “rafforzamento della governance” in base alle proposte “messe sul tavolo” da Bruxelles gia’ dallo scorso anno e quindi ben prima della crisi attuale del sistema di libera circolazione legata ai flussi migratori, ha ammonito Barroso. Gli stati membri, i cui ministri dell’interno si riuniscono a Bruxelles giovedi’, sono quindi invitati a “prendere rapidamente le decisioni necessarie” in quanto “non e’ questo il momento di aspettare ma di agire”.

“Quando migliaia di persone arrivano sulle coste di un paese, non e’ perche’ sognano di vivere a Lampedusa o a Malta, ma perche’ cercano una vita migliore in Europa”, per questo “non ci si puo’ aspettare che i paesi che sono piu’ direttamente esposti a flussi massicci di migranti se la vedano da soli”, ha ammonito Barroso. E’ quindi “dovere di tutti i paesi sostenere quelli che sono sotto pressione” e questo “significa che gli oneri devono essere condivisi equamente” e che “tutti i paesi Ue si assumano le proprie responsabilita’ seriamente”, ha sottolineato il presidente della Commissione, ribadendo da Strasburgo che “l’immigrazione e’ una sfida europea che richiede una risposta europea”. Da qui la necessita’ di un pacchetto complessivo che includa il rafforzamento di Frontex, la creazione di un vero e proprio sistema di asilo europeo e di una gestione di lungo periodo delle migrazioni con accordi condizionati di partenariato con i paesi terzi. Ma, coi tempi che corrono dove “va di moda” essere “estremisti o populisti o addirittura xenofobi”, e’ soprattutto fondamentale “preservare l’acquis di Schengen” perche’ “la libera circolazione sono le fondamenta dell’Unione europea, e senza di queste crolla tutta la struttura”, ha nesso in guardia il numero uno dell’esecutivo di Bruxelles. Per questo bisogna rafforzare la governance comune di Schengen, precisandone regole e applicazione, ed evitare che gli stati membri continuino ad agire da soli. La reintroduzione dei controlli alle frontiere interne deve quindi rimanere una “eccezione” ed essere utilizzata solo come “ultima ratio” in “circostanze eccezionali” e a “carattere temporaneo”. i controlli alle frontiere, infatti, “non sono uno sviluppo auspicabile per l’Europa, ne’ nelle circostanze attuali ne’ per le sfide future”, ha concluso Barroso.

E proprio oggi, da Berlino c’è stata una nuova stoccata all’asse franco-italiano, e più in particolare al BelPaese. “L’Italia non ha alcun motivo di lamentarsi di una mancata solidarieta’” europea per l’arrivo di profughi a Lampedusa, che finora sono stati soltanto 25mila. E’ quanto afferma il ministro tedesco degli Interni, Hans-Peter Friedrich, in un’intervista concessa al quotidiano francese “Le Figaro” al suo arrivo a Parigi per il G8 dei ministri degli Interni. “Soltanto 25mila profughi sono arrivati in Italia dall’inizio delle rivolte democratiche -ha sottolineato – la maggior parte di loro ha immediatamente proseguito il viaggio verso nord, in particolare verso Belgio e Francia. Un paese grande come l’Italia puo’ accogliere senza difficolta’ i 10-12mila rifugiati che hanno scelto di rimanere sul suo territorio. La solidarieta’ implica anche che vengano riempiti i propri obblighi. Nel corso dell’anno passato, la Germania ha, da sola, accettato piu’ di 40mila richiedenti asilo”.

Friederich, esponente della Csu, ala bavarese del partito cristiano democratico del cancelliere Angela Merkel, ha assunto il l’incarico a marzo. Alla domanda sulle modifiche al trattato di Schengen chieste da Parigi e Roma, risponde di “sostenere l’iniziativa della Francia”. “La proposta della Francia -afferma- consiste nel rendere piu’ flessibile il trattato di Schegen, che comporta una lacuna: non prevede il caso in cui un paese membro manca all’obbligo di proteggere le sue frontiere esterne. Noi sosteniamo l’iniziativa francese per colmare questa breccia”. Il principio della liberta’ di circolazione “non deve in alcun modo essere rimesso in causa”, sostiene il ministro, aggiungendo pero’ “che e’ altrettanto importante che il sistema di Schengen sia rafforzato per far fronte a situazioni eccezionali”.

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