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Medici su Facebook raccolgono gli sos dei teenager

L’ospedale Fatebenefratelli e l’associazione Itaca onlus presentano un nuovo servizio di consulenza medica on line per under 20

di Redazione

Raccoglieranno attraverso Facebook gli Sos di teenager in difficoltà, perché è nel mondo virtuale dei social network che gli under 20 di oggi si muovono con dimestichezza. Un team di camici bianchi si fa largo nella dimensione parallela creata da Mark Elliott Zuckerberg e apre un servizio di consulenza online. È il progetto lanciato oggi a Milano dall’ospedale Fatebenefratelli e dall’associazione Itaca onlus.

Punto di partenza una pagina Facebook intitolata a Zheng He, coraggioso navigatore cinese che, nel XV secolo, prima di Colombo e di Magellano, percorse per 7 volte in lungo e in largo l’Oceano Indiano, guidando 317 navi con 27 mila uomini tra Asia e Africa. Un personaggio simbolo di orientamento, carisma, coraggio. Un navigatore, come navigatori sono i giovani internauti abituali frequentatori del web.

Secondo gli ultimi dati Istat, i giovani tra i 15 e i 19 anni, rispetto agli adulti, navigano privilegiando chat, newsgroup, forum (quasi il 50%), leggendo blog (oltre il 45%) e creandone in prima persona (più del 23%). Facebook, in particolare, è il punto di ritrovo globale: il 93% dei giovani under 20 lo usa.

Lo scopo del servizio, spiegano i promotori, è quello di «offrire uno spazio virtuale di conversazione in tempo reale (via chat) e differito (via e-mail) che avvicini gli adolescenti alla richiesta di aiuto psicologico attraverso uno strumento che elimina la vergogna, abbatte l’istituzionalità del consulto, è gratuito, facile e accessibile da qualunque luogo».

Dietro “Zheng: un amico, un aiuto” un team di pediatri, adolescentologi, neuropsichiatri infantili e psicologi. Il servizio garantisce una forma di intervento psicosociale evoluto e un riscontro epidemiologico del tipo di richiesta e di contatto. Gli esperti sono sul web, pronti a intercettare richieste di aiuto di adolescenti alle prese con cambiamenti fisiologici, psicologici e sociali che, sottolinea la psichiatra infantile Muna Ahmead, «possono assecondare la comparsa e lo sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi, che in alcuni casi possono trasformarsi in disturbi e disordini di livello superiore e compromettere il funzionamento globale della persona».

Tuttavia esistono alcune barriere che impediscono talvolta ai ragazzi di chiedere aiuto per questi malesseri più o meno accentuati: vergogna, inconsapevolezza, mancanza di dialogo con gli adulti, indisponibilità di un servizio di ascolto a scuola, isolamento sociale. Da qui l’idea di usare Internet. I dati raccolti nell’ultimo decennio di studi scientifici di settore, spiegano gli esperti, sembrano indicare nell’auto-aiuto via web una frontiera promettente e in espansione. E i ragazzi sembrano accorgersene: secondo un sondaggio effettuato da America Online nel 2005, almeno il 50% dei giovani bloggers utilizza il proprio spazio di scrittura online come una forma di autoterapia.

Un’inchiesta dell’Osservatorio sui diritti dei minori, effettuata in Italia nel 2008 su un campione di 400 adolescenti di età compresa fra i 14 e i 18 anni, conferma: i ragazzi preferiscono le consulenze online ai consigli di genitori e insegnanti. Il 31% usa il web per avere informazioni sulla sfera dietetico-alimentare (il 62% delle femmine), il 26% su quella sessuale (il 66% dei maschi), il 20% sull’astrologia, mentre per il 14% i consigli sono di natura psicologica e per il 9% riguardano altri settori.

 

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