Mondo

“Oncologia per l’Africa”: sottostimati tumori di donne e bambini

La onlus è attiva da un anno nella cura del cancro in Africa

di Redazione

Portare in Africa la cultura della prevenzione contro il cancro. In particolare contro quello alla mammella e all’utero. E’ la missione che sta compiendo Associazione ‘Oncologia per l’Africa’, la onlus italiana operativa in Uganda e che ora festeggia il suo primo anno di vita lanciando un messaggio chiaro: intensificare l’impegno nella lotta contro i tumori femminili e infantili in Africa. Un fenomeno considerato assolutamente sottostimato.

«In Uganda otto donne su dieci muoiono a causa del cancro alla cervice uterina, mentre in Italia otto donne su dieci vincono la propria battaglia contro questa malattia», ha spiegato la presidente dell’associazione, Titti Andriani, «in un paese che conta due milioni di orfani a causa della recente epidemia di Hiv-Aids, la prevenzione e la diagnosi precoce possono veramente salvare la vita a tante donne e mamme ugandesi. E noi in un anno abbiamo ottenuto ottimi risultati, ora siamo pronti a proseguire l’opera di prevenzione».

L’associazione finora ha lavorato in Uganda attraverso un’equipe di medici specializzati italiani in collaborazione con due istituti di Kampala, il St.Raphael of St.Francis Nsambya Hospital e l’Uganda Cancer Institute. Qui sono state effettuate varie missioni, nell’ultima durata tre settimane, e realizzata anche grazie al supporto di Aispo, ong da anni ormai radicata sul territorio ugandese, e’ stato offerto uno screening ginecologico e senologico gratuito a 844 donne ugandesi, sono stati diagnosticati tre casi di cancro invasivo e sei lesioni precancerose di alto grado.

‘Oncologia per l’Africa’ si e’ impegnata a sostenere economicamente il costo delle cure oncologiche delle pazienti. Per i prossimi mesi, l’organizzazione si e’ posta due obiettivi: il primo e’ replicare la missione di prevenzione del cancro della cervice uterina e della mammella anche presso il St.Joseph Hospital di Kitgum, localita’ al confine con il Sud Sudan. Il secondo e’ costruire una casa di accoglienza per ospitare i familiari dei bambini ricoverati all’Uganda Cancer Institute, costretti altrimenti a dormire in strada.

«Se la salute e’ un diritto universale», ha concluso Titti Andriani, di nuovo in partenza per l’Uganda, «per noi diventa un dovere garantirla anche alle donne e ai bambini africani malati di cancro».

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