Mondo
Finiscono in Africa i capitali illeciti
Lo rivela uno studio presentato durante un vertice che ha riunito a Istanbul i rappresentanti di 33 Stati africani e 14 asiatici
di Redazione
L’Africa è la regione più colpita dalle esportazioni illecite di capitali che finiscono nelle grandi banche e nei paradisi fiscali: lo conferma uno studio commissionato dall’Onu e presentato durante un vertice sui paesi meno sviluppati (Least Developed Countries, Ldc) tenutosi la scorsa settimana nella città turca di Istanbul.
Secondo il rapporto, l’Africa vale il 69% dei flussi di capitali illeciti provenienti dai 48 paesi classificati come meno sviluppati, cioè con un reddito pro capite annuo inferiore ai 745 dollari. Nel periodo preso in considerazione nello studio, tra il 1990 e il 2008, le esportazioni illegali di capitali dalle regioni più povere hanno raggiunto un valore di 197 miliardi di dollari. Dietro il Bangladesh, il paese più colpito dal fenomeno con quasi 35 miliardi perduti, ci sono Angola (34 miliardi), Lesotho (17), Ciad (15), Yemen (12), Nepal (9), Uganda (9), Myanmar (8,5), Etiopia (8,5) e Zambia (7).
Nello studio, curato dall’associazione con sede negli Stati Uniti Global Financial Integrity (Gfi), si sostiene che i fondi sono esportati per lo più attraverso fatturazioni gonfiate di operazioni commerciali. La crescita degli scambi a livello internazionale, questa la tesi, ha favorito distorsioni legate spesso alla corruzione delle classi dirigenti. Secondo il rapporto, le risorse trafugate dai paesi poveri hanno compromesso un cammino di sviluppo economico e sociale.
Lo studio è stato presentato durante un vertice che ha riunito a Istanbul i rappresentanti di 33 Stati africani e 14 asiatici con l’aggiunta di Haiti. Prima della conclusione dei lavori è stato approvato un piano d’azione Onu di durata decennale a sostegno dei paesi poveri. Il documento subentrerà a quello concordato nel 2001 a Bruxelles, sede dell’ultimo vertice di questo tipo.
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