Non profit
Presentato il VII Rapporto di Arci servizio civile
Particolare attenzione sulla figura degli Operatori Locali di Progetto. (Scaricabile in allegato)
di Redazione
“Siamo in una situazione paradossale: i giovani in SCN sono sempre più soddisfatti, il Governo eroga risorse sempre più esigue e tra Regioni e Governo continua il gelo”.
Questo il primo commento di Licio Palazzini, Presidente di ASC-ArciServizioCivile al termine della presentazione del VII Rapporto Annuale.
“Eppure – ricorda Palazzini – ai giovani in SCN ed alle loro positività ha recentemente fatto riferimento anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando i giovani universitari a Firenze”.
Qualche dato dal VII Rapporto.
Prende in esame i 1786 giovani che nel 2010 (1581 nel 2009) hanno partecipato ai progetti messi a bando che, per il 44% (39% nel 2009) hanno fatto capo alle 5 associazioni nazionali aderenti ad ASC.
I giovani che accedono al SCN si distinguono per il bagaglio culturale (circa un terzo è laureato) per l’attitudine alla condivisione di esperienze in forme organizzate, per una consuetudine con il mondo del volontariato, per l’interesse per la politica e per la spinta formativa del servizio civile.
A questi giovani il SCN da valori ed esperienze spendibili nel mondo del lavoro e, dando corpo alla solidarietà, permette loro di accumulare anche capitale civico. “Sono – sottolinea Palazzini – capitali spendibili non solo a livello individuale ma a favore dell’intera collettività”.
“A dispetto di ciò le risorse finanziarie sono state drasticamente tagliate dai 300 milioni nel 2008 ai 110 milioni nel 2011 e il Ministero della Difesa ha riproposto la mini naja”.
“Abbiamo avanzato proposte e promosso occasioni di confronto, consapevoli che il SCN rischia di finire nell’elenco delle promesse tradite ai giovani e agli italiani e di trasformarsi da opportunità a privilegio.
Non possiamo che prender atto dello stallo della riforma parlamentare, continuando a considerare una priorità il suo superamento”.
“Continueremo – conclude Palazzini – ad incalzare anche l’UNSC affinchè i progetti siano vincolati alla promozione della pace e della cittadinanza attiva, rilanceremo la sfida della nonviolenza: senza che sia chiaramente detto l’Italia è un Paese in guerra e anche al suo interno aumenta tra i cittadini l’intolleranza e la tentazione del farsi giustizia da sé”.
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