Famiglia
I giovani in Scv all’estero non possono votare
Appello di Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti
di Redazione
«Un appello ai Deputati, chiamati a discutere la prossima settimana in Aula del decreto-legge n. 37/2011 per il voto dei cittadini temporaneamente all’estero in occasione del prossimo referendum, affinché, come per i militari, venga data anche ai giovani in servizio civile all’estero la possibilità di votare per corrispondenza da dove si trovano». È quanto ha dichiarato Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti. «Chiediamo ai Parlamentari – prosegue Paolicelli – di porre rimedio a questa ennesima grave dimenticanza del Governo nei confronti dei giovani in servizio civile. La Corte Costituzionale ha più volte ribadito come il servizio civile concorre alla difesa della Patria esattamente come quello militare, ma nelle scelte del Governo questo resta sempre e solo nella teoria. Nel decreto si prevede il diritto di voto per corrispondenza ai cittadini temporaneamente all’estero come agli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia, ma non ai giovani in servizio civile all’estero, costringendoli, per votare, a un ritorno in Patria, anticipando anche le spese di viaggio. In tutta questa vicenda – conclude Paolicelli – stupisce la totale assenza del Sottosegretario Carlo Giovanardi, che ha la delega per il servizio civile, forse troppo impegnato nel suo nuovo ruolo di censore dei Gay».
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