Welfare
Suicidio in carcere. La denuncia del Sappe
Grave situazione di abbandono denunciata dal sindacato che punta l'indice sul sovraffollamento
di Redazione
Un detenuto di 24 anni si è suicidato ieri sera nel carcere di Taranto. L’uomo, accusato di rapina, dopo l’arresto «aveva collaborato con la giustizia – scrive il segretario nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) Federico Pilagatti – facendo arrestare i propri complici».
Il giovane detenuto si è inalato il gas di una bomboletta. «Sembrerebbe che il gesto sia stato dovuto a motivi familiari», aggiunge Pilagatti. «Sicuramente sul detenuto ha influito negativamente anche la grave situazione di abbandono che si vive nelle carceri che non consente alcun apporto psicologico».
Proprio nei giorni scorsi, il Sappe aveva lanciato l’allarme su una situazione che sta degenerando con riflessi negativi per tutti. «Ora basta – continua la nota del sindacato- dopo questa escalation di suicidi nelle carceri pugliesi è necessario fermarsi un attimo a riflettere e chiedere ai responsabili dell’amministrazione penitenziaria ed alla Politica, cosa hanno fatto per evitare ciò. La situazione di sovraffollamento di detenuti continua a farsi sempre più tragica con quasi 4.400 detenuti a fronte di 2.300 posti disponibili nella regione e con il carcere di Taranto che ha quasi raggiunto gli 650 detenuti a fronte di circa 315 posti disponibili».
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