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Formigoni: «La guerra contro i nostri interessi»

Il governatore della Lombardia parla del conflitto libico in un'intervista a Vita in uscita domani

di Redazione

«Giorno dopo giorno questa guerra si dimostra un errore gravissimo sotto tutti i profili. Non sono state rispettate le regole d’ingaggio dell’Onu, che non prevedeva una guerra all’uomo Gheddafi. E si andrà sempre più verso una guerra di terra: dal punto di vista militare non ci sono altre soluzioni». È quanto afferma il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, in un’intervista rilasciata a Vita in uscita domani. «È una guerra che la gente non voleva – spiega Formigoni – Sono state le potenze europee a imporre il conflitto, perchè avevano interessi espliciti su quell’area. Anche l’America, all’inizio, è stata riluttante. Da parte sua l’Italia è caduta nella trappola. O forse non ha potuto fare altro che cadere nella trappola. Comunque una cosa è chiara: questa è una guerra contro i nostri interessi nazionali».

Per Roberto Formigoni  «ci si è mossi senza avere una minima idea della realtà che si andava a combattere. Erano tutti certi del teorema che una volta messo alle strette Gheddafi, il popolo l’avrebbe scaricato. Ma non è andata così. Gheddafi – spiega Formigoni – era un dittatore, ma era anche un punto di equilibrio tra tribù e territori. Non si sono fatti i conti con il deposito storico che comunque si portava dietro: rappresenta degli interessi concreti di ceti che non hanno nessuna intenzione di imbarcarsi nelle incognite di un futuro senza garanzie». Infine, il presidente della Regione Lombardia consiglia cautela perchè «oggi c’è la corsa di tutti i Paesi a riconoscerli, ma i fatti dimostrano che non si ha una grande conoscenza della realtà libica. Riusciranno costoro a stabilire un’autorità statale in grado di governare il Paese? O rischiamo di avere in Libia una guerra continua e strisciante? Io prego che non sia così. Ma lo temo», conclude.

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