Mondo
La guerra di cui nessuno parla
Da tre mesi si bombarda in Libia. Sono 15mila i morti. Anticipazione di Vita in edicola
di Redazione

Sembra lontana migliaia di chilometri. Anzi, a scorrere i giornali sembra addirittura che non sia nemmeno in corso. È la guerra più silenziata della nostra storia recente. Eppure è una guerra sulla porta di casa. E l’Italia è quanto mai parte in gioco. Abbiamo messo a disposizione sette basi aeree, da Sigonella, in Sicilia, a Decimomannu, in Sardegna, sino ad Aviano in Veneto.
Abbiamo schierato quattro tra Eurofighter e F16, quattro Tornado, e quattro velivoli AV-8B della Marina, che devono controllare la zona di non sorvolo stabilita dall’Onu all’interno della Libia ma sono tutti muniti di missili e uno o due cannoni. Abbiamo mandato davanti alle coste libiche una portaerei, una fregata, un pattugliatore e un’unità di supporto logistico. Insomma, siamo sul campo, ed è difficile negarlo. Senza contare tutte le navi che pattugliano l’area per intercettare i gommoni degli immigrati. Ovviamente i soldati non stanno con le mani in mano.
Nell’ultima settimana gli aerei hanno sorvolato la Libia 35 volte, quella prima 49. Gli stessi vertici della Nato hanno più volte detto che l’Italia «ha partecipato ad attacchi andati a buon fine», anche se il presidente Silvio Berlusconi ha negato che si tratti di bombardamenti, parlando di «missili di estrema precisione su obiettivi mirati».
Poiché manca il decreto legge sui finanziamenti alla missione (e non essendo previsti nell’ultima manovra Finanziaria andranno trovati tagliando qualcos’altro), la spesa totale resta un mistero. Il Cocer della Marina, la “rappresentanza sindacale”, ha denunciato che non esiste ancora un decreto legge che istituisce la missione, perché il 5 maggio il Parlamento ha votato soltanto una mozione. Perciò l’attività dei soldati di stanza sulle navi o in volo in Libia non è altro che una “esercitazione”.
La Padania, citando una dichiarazione di Umberto Bossi, aveva scritto che i primi tre mesi in Libia sarebbero costati circa 700 milioni. A metà aprile La Russa, in un’intervista, ha ammesso che erano già stati spesi 500 milioni. Anche il Sole24ore ha fatto i suoi calcoli: «Dal 19 marzo al 24 aprile sono state effettuate circa 500 sortite per un totale di oltre 1.300 ore di volo, che tradotto in soldi significa un costo di oltre 45 milioni di euro solo per la componente aerea». Per il numero uno della Royal Navy, la guerra in Libia è diventata insostenibile…
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