Mondo
Amnesty: l’Italia non ripeta gli errori del passato
La preoccupazione della sezione italiana di Amnesty International. L'auspicio è che si tenga conto della protezione di rifugiati e dei diritti umani
di Redazione
Preoccupazione. È quella che esprime, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, la Sezione Italiana di Amnesty International davanti al rischio che il governo italiano ripeta errori commessi in passato nei rapporti bilaterali con la Libia, rivelatisi rischiosi per migliaia di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, oltre che in aperto contrasto con gli standard internazionali sui diritti umani.
Secondo le informazioni rese note dal ministero degli Affari esteri, venerdì 17 giugno è stato siglato a Napoli un accordo tra l’Italia e il Comitato nazionale transitorio libico riguardante il “contrasto all’immigrazione clandestina”, mirante tra le altre cose a garantire reciproca assistenza tra le parti anche riguardo al “rimpatrio di immigrati in posizione irregolare”.
Più volte, negli anni scorsi, Amnesty International ha richiamato le pesanti responsabilità italiane per aver tenuto i diritti umani al di fuori degli accordi negoziati, firmati, ratificati con il governo del colonnello Gheddafi e concretizzatisi nei rinvii forzati in Libia di donne, uomini e bambini bisognosi di protezione internazionale.
Nel febbraio di quest’anno, all’indomani dello scoppio della crisi libica, una delegazione di Amnesty International ha incontrato il ministro degli Affari esteri Franco Frattini, esprimendo allarme per l’acutizzarsi delle violazioni dei diritti umani in Libia e chiedendo un intervento forte dell’Italia per favorire l’evacuazione di migliaia di cittadini dei paesi del Corno d’Africa intrappolati in quel paese.
La linea prescelta dall’Italia sembra di segno nettamente opposto: piuttosto che facilitare l’accesso alla protezione di persone intrappolate in paesi segnati da conflitti, dall’instabilità e dal continuo emergere di gravi violazioni dei diritti umani, l’Italia ha scelto di negoziare intese miranti a facilitare il rinvio di migranti, richiedenti asilo e rifugiati verso situazioni di rischio.
Con modalità ancora una volta marcate da scarsa trasparenza, le intese concluse con il Comitato nazionale transitorio libico rischiano di perpetuare una politica di respingimento che già tanta sofferenza e violazioni dei diritti umani ha provocato in chi fugge da persecuzioni, conflitti e tortura.
La Sezione Italiana di Amnesty International auspica pertanto che l’Italia non ripeta gli errori del passato e scelga finalmente una strada diversa: la protezione dei rifugiati e dei diritti umani.
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