Mondo
Cir: un rifugiato su quattro ne è vittima
A teatro per la giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura si ricorderà Ken Saro-Wiwa
di Redazione
Tutto il mondo il 26 giugno celebra la Giornata Internazionale a sostegno delle vittime di tortura. Nonostante l’assoluto divieto legislativo, la tortura non è ancora stata sconfitta e continua a infliggere indicibili sofferenze fisiche e psichiche. Metà della popolazione mondiale vive infatti in paesi che ancora la praticano. E un rifugiato su quattro, di quelli che arrivano in Italia, è vittima di tortura.
Le vittime di tortura sono segnate da ferite e traumi che richiedono risposte specifiche, in grado di ricostruire ciò che la violenza della tortura e dell’esilio hanno distrutto: la loro identità familiare, legale, economica, politica, culturale, sociale. Proprio per dare risposte a questi bisogni il Consiglio Italiano per i Rifugiati gestisce dal 1996 progetti (attualmente con il sostegno del Fondo Europeo per i Rifugiati, della Commissione Europea e del Fondo Volontario delle Nazioni Unite per le Vittime di Tortura) che mettono in atto azioni mirate alla riabilitazione dei sopravvissuti a tortura. Nel corso di 15 anni il Cir ha assistito 2.800 persone sopravvissute a torture.
Per sensibilizzare e mobilitare contro questa vergognosa pratica, in occasione della Giornata internazionale sono in programma due eventi:
domenica 26 giugno dalle ore 17 alle 22 il Cir porterà nelle strade di Roma la tortura, per scuotere e far riflettere: statue umane raffiguranti le vittime di Abu Ghraib e simboleggianti altre vittime di torture saranno a Campo de Fiori e a Santa Maria in Trastevere.
lunedì 27 giugno alle ore 21 al Teatro Ambra Jovinelli a Roma andrà in scena un gruppo di 12 rifugiati coinvolti nelle attività del laboratorio teatrale di riabilitazione psico-sociale del Cir con lo spettacolo “Sulle tracce delle conchiglie. In memoria di Ken Saro Wiwa”. Questo spettacolo è stato costruito all’interno del laboratorio riabilitativo condotto da Nube Sandoval e Bernardo Rey, registi e formatori. La presenza in scena di questi testimoni è un modo per rompere il complotto del silenzio e invisibilità che da sempre circonda la tortura e le sue vittime, e un’occasione per ridare loro voce e legittimità.
Presenterà la serata Jean-Léonard Touadi e ci sarà la partecipazione straordinaria di Moni Ovadia. In occasione dello spettacolo verrà anche trasmesso il video realizzato da Artigiani Digitali che raccoglie testimonianze di rifugiati.
Ken Saro-Wiwa, scrittore nigeriano comincia a battersi negli anni ottanta contro i danni ambientali provocati in Nigeria dalle multinazionali del petrolio. Le rivendicazioni di cui si fa portavoce sono soprattutto quelle degli Ogoni suo gruppo etnico di appartenenza, ridotto in miseria e costretto a fuggire in seguito allo sfruttamento e alla distruzione dell’ecosistema. Fu proprio per difendere questi diritti che Ken Saro Wiwa intraprese la battaglia civile e politica che gli costò la vita. Arrestato dal regime militare nigeriano, venne torturato e impiccato nel 1995 dopo un processo farsa condotto da un tribunale militare.
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