Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

E’ boom siti di fundraising

Aziende e non profit lanciano nuovi servizi, ma ancora basse le percentuali di transazioni online

di Redazione

Oltre 500 charity hanno sottoscritto un proprio account sul nuovo sito lanciato dall’azienda British Telecom (BT) in appena due mesi. E non è un caso isolato. Quello dei siti di donazioni online promossi da aziende o non profit è un vero e proprio boom nel Regno Unito. MyDonate – questo il nome del sito online per iniziativa di BT segue gli esempi di JustGiving e Virgin Money Giving. In questo caso, inoltre la particolarità sta nel fatto che il nuovo servizio di British Telecom promette di non trattenere alcun compenso o percentuale dalle transazioni dei donatori a favore di associazioni non profit. 

Lo scorso anno, solo nel Regno Unito, oltre 10 miliardi di sterline sono state donate da privati cittadini. Tuttavia, malgrado il grande successo di popolarità dei siti di fundrasing online, in realtà solo il 7% delle donazioni sono state fatte via web. E non mancano alcune critiche.

Il leader del mercato, il sito americano JustGiving (che l’anno scorso ha incassato 3,3 milioni di sterline per un fatturato di 8,9 milioni) è stato più volta accusato di prelevare una percentuale eccessiva dalle transazioni (5%) e di richiedere un ulteriore balzello mensile alle non profit per usufruire del servizio. Stesso modello per Virgin Money Giving, costola benefica del colosso fondato dal magnate Richard Branson. Anche in questo caso, per poter accedere al servizio è d’obbligo un costo di iscrizione.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA