Welfare
Truffa dei permessi di soggiorno a Roma
Per il rilascio o il rinnovo gli stranieri pagavano fino a 4mila euro
di Redazione
Hanno ottenuto centinaia di permessi di soggiorno attraverso falsa documentazione, da certificati di alloggio a rapporti di lavoro inesistenti, sfruttando la sanatoria per colf e badanti. E per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare, gli stranieri pagavano fino a 4mila euro.
Sono 15 le persone arrestate dagli agenti del commissariato di Roma San Paolo, guidati da Luigi De Angelis, di cui otto in carcere e sette ai domiciliari, mentre altre quattro sono state sottoposte all’obbligo di firma. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’ingresso in Italia di clandestini. I membri dell’associazione comunicavano usando un codice: “ova” significava 100 euro mentre “Prenderè un caffè” equivaleva a un appuntamento per concordare le pratiche.
Al vertice dell’organizzazione c’erano tre donne, una filippina e due sorelle romane. La filippina era titolare di un’agenzia di pratiche amministrative, incaricata appunto di provvedere alle procedure per il rilascio dei permessi, mentre le due romane “lavoravano” in casa ricevendo gli stranieri anche di domenica.
Per procacciarsi “clienti” soprattutto filippini e cinesi, i membri dell’organizzazione andavano direttamente davanti alle prefetture dove avvicinavano gli stranieri in fila e proponendosi come intermediari per i documenti. Poi contattavano famiglie e soprattutto anziani disposti a firmare certificati di alloggio o contratti di lavoro per gli stranieri in cambio di mille euro.
Le indagini, condotte anche grazie ai sistematici riscontri delle posizioni dei singoli stranieri vittime dell’associazione effettuati dall’Ufficio immigrazione, diretto da Maurizio Improta, sono scattate nell’agosto scorso visto l’incremento di richieste di certificato di alloggio.
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