Mondo

Donne e bimbi pagano il prezzo più alto

L'allarme lanciato dai medici stranieri dell'Amsi e del Co-mai

di Redazione

Sono i bimbi e le donne a pagare il prezzo più alto della rivolta in Libia. Costretti ad assistere a continue violenze – mentre continuano assalti, scontri e lanci di missili – cadono preda di panico, ansia e depressione.
I piccoli sono tormentati dall’insonnia, per la paura non riescono neanche a dormire. Sono i medici stranieri dell’Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e del Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia) a raccontare l’emergenza sanitaria che si sta vivendo in questi giorni a Tripoli e nel resto del Paese. «Le nostre fonti mediche – spiega Foad Aodi, presidente Amsi e Co-mai – ci riferiscono di un’emergenza sanitaria ed umanitaria che si sta aggravando. Raccontano di un aumento dei sintomi di panico, ansia, depressione e insonnia nei bambini e nelle donne». Davanti ai loro occhi spesso si consumano violenze che lasciano il segno, raccontano i camici bianchi.

«I mercenari di Gheddafi – continua Aodi – spesso costringono proprio con la violenza gli uomini libici a combattere contro i ribelli. E questo succede davanti ai loro figli e alle loro mogli. E inoltre si racconta di tanti episodi di violenza sessuale nei confronti delle donne da parte di uomini africani. Le vittime ora stanno cominciando a raccontare le violenze ai medici senza paura».
Aodi rinnova il proprio appello alla diplomazia internazionale. «Sappiamo che si sta impegnando molto a favore della liberazione della Libia. Chiediamo di dimostrarlo ancora di più, offrendo immediati aiuti sanitari e umanitari. Non si pensi adesso solo agli accordi economici e al dopo Gheddafi. Auspichiamo che non si ripetano gli sbagli del passato», conclude.

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