Mondo

L’assalto a Cartagine

Il patrimonio artistico continuamente depredato

di Redazione

“Non passa giorno senza che la Commissione nazionale d’indagine sulla corruzione, messa al lavoro da me e diretta da un grande giurista, ritovi reperti archeologici nelle dimore lussuose dei notabili di regime legati alla famiglia dell’ex presidente”. Lo afferma, in un’intervista a La Stampa il nuovo ministro della Cultura tunisino, Azedine Beschaouch. “Ma ancor più vergognoso è che questi ‘baronì sisiano permessi di snaturare gli oggetti per adattarli alle loro esigenze di arredamento -prosegue Beschaouch- alcuni erano usati come colonne, altri come tavoli da cucina o recinzioni per piscine. Per esempio, è stato troncato e svuotato il torso di una statua per farne un lavabo; hanno fatto a pezzi una lastra musulmana antica per ricavarne soprammobili”. “Si è venduto e rubato a ogni livello. Ci si è riforniti nei depositi dei musei: dalle cantine del Nuseo del Bardo mancano 87 pezzi spariti nel 2009”, sottolinea il ministro, secondo il quale “è difficile valutare il danno subito dal patrimonio tunisino. Penso che da febbraio ad oggi siano stati recuperati i tre quarti degli oggetti archeologici sottratti, alcuni dei quali si trovavano già fuori del paese”. Un capitolo a parte quello dell’assalto a Cartagine, sito iscritto dal 1979 nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco: “Sono state declassate alcune zone archeologiche di Cartagine e di Sidi Bou Said, con una serie di decreti del Capo dello Stato, quattordici per la precisione, dal 1992 al 2008”, ricorda Beschaouch. “E ciò per favorire i traffici e le speculazioni immobiliari della cricca al potere”. “Il sito è stato sottratto alla proprietà pubblica per essere consegnato a personaggi di regime, familiari del presidente e uomini d’affari corrotti. Gli accoliti dell’ex dittatore e di sua moglie -accusa Beschaouch- attraverso semplici procedure amministrative, si sono visti attribuire, a cifre simboliche, terreni di grande valore, che hanno poi rivenduto a caro prezzo ad altre persone: promotori immobiliari o cittadini danarosi, interessati a costruirsi una villa a Cartagine, il ‘must del must'”. Come riparare? “Ho subito proposto un decreto legge per l’abolizione di tutti i decreti di declassamento promulgati sotto il regime di Ben Ali”, ricorda il ministro, già protagonista, a suo tempo, della campagna per l’inserimento di Cartagine nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, affermando infine di voler “rilanciare la parola d’ordine ‘Servanda Carthagò, opponendoci una volta per tutte alla ‘Carthago delenda est’ decretata da Catone più di duemila anni fa”.

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