“Con la crisi libica l’Italia si trova, di fatto, a dover competere molto più che in passato per le materie prime provenienti dalla Libia, in particolare petrolio e gas, che a loro volta determinano, per larga misura, i costi di produzione generando il rischio di inflazione dei costi. Le rassicurazioni circa il mantenimento delle relazioni privilegiate con la Libia tradiscono il timore di dover ammettere il contrario”. Lo scrive sul sito di Futuro e Libertà la senatrice Fli e responsabile del dipartimento Esteri, Barbara Contini.
“Dal canto nostro, in questi frangenti, dichiarare di avere ben 10 di istruttori e esperti d’intelligence che hanno formato e addestrato le unità di ribelli, in uno scenario che ha visto, e ancora vede, una situazione di guerra su scala nazionale con decine di migliaia di uomini sul campo, fa un pò sorridere”.
“Certo non solo non è piacevole per un governo ammettere la cronica assenza di politica estera e l’assai peggiorato prestigio dell’Italia per come è rappresentata e per l’immagine che proietta della propria classe dirigente , ma mi preme puntualizzare che la crisi libica e le nostre capacità o incapacità di partecipare alle dinamiche internazionali rappresentano una questione non solo politica, ma, soprattutto, di sicurezza per il nostro futuro, che va ben oltre per magnitudo, l’attuale manovra economica”, conclude Contini.
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