Mondo

Chi non si fida dei vincitori

Tra questi la Cina, Israele, Iran e Unione Africana

di Redazione

Sono ormai una cinquantina i paesi che hanno riconosciuto il Consiglio nazionale di Transizione (Cnt) costituito dai ribelli in Libia, come unico rappresentante legittimo del paese. La prima a voltare ufficialmente le spalle a Muammar Gheddafi e’ stata la Francia, seguita da gran parte dei paesi europei, compresa l’Italia. Ultima in ordine di tempo la Russia, che dopo una lunga esitazione, da molti attribuita ai suoi legami con Gheddafi, oggi ha preso posizione in modo ufficiale, riconoscendo il Cnt come “autorita’ in carica”.

Ma restano in molti i paesi e le istituzioni internazionalei che ancora non hanno riconosciuto l’autorita’ dei ribelli, dall’Africa all’Asia all’America Latina. Tra i paesi del Nordafrica l’Algeria resta l’unico a non riconoscere ufficialmente l’autorita’ del Cnt, nonostante una prima apertura registrata oggi. Nei giorni scorsi Algeri ha deciso di accogliere 31 esponenti del clan Gheddafi, tra cui sua moglie e tre dei suoi figli. Il disappunto del Cnt e la richiesta di rimpatrio ha spinto il presidente Abdelaziz Bouteflika e il suo governo a correre ai ripari, vietando ogni comunicazione con l’esterno ai familiari di Gheddafi, annunciando una chiusura parziale del confine e assicurando di non aver mai avuto intenzione di dare rifugio al colonnello. Oggi, infine, Algeri si e’ detta “pronta” al riconoscimento.

I dubbi dell’Unione africana. Benche’ molti ex alleati di Gheddafi, anche tra i beneficiari dei piu’ ingenti finanziamenti di Tripoli – dal Ciad al Burkina Faso al Sudan – abbiano riconosciuto il Cnt, in un vertice svoltosi la scorsa settimana ad Addis Abeba l’Ua si e’ ufficialmente rifiutata di farlo. “Finche’ ci sono combattimenti non possiamo dire che (il Cnt, ndr) sia il governo legittimo del paese – ha detto Jacob Zuma, presidente del Sud Africa, paese che a sua volta non riconosce il Cnt – Il processo e’ ancora fluido”. Finche’ e’ stato in carica, Gheddafi e’ stato il principale finanziatore dell’Unione africana.

Dall’Africa a Pechino. Lo scorso giugno, la Cina ha deciso di riconoscere il Cnt come “importante interlocutore”, ma non ancora come legittimo rappresentante della Libia. A lungo la Cina ha cercato una soluzione al conflitto libico che non escludesse Gheddafi e a giugno, quando gia’ il colonnello era stato colpito dalle sanzioni dell’Onu, ha ospitato il ministro degli Esteri Abdul Ati al-Obeidi. Ad agosto, l’atteggiamento cinese ha anche spinto Abdeljalil Mayouf, dirigente della societa’ petrolifera libica AGOCO, controllata dagli insorti, a mettere in dubbio che i rapporti economici con la Cina continuino inalterati.

E se per la Cina si tratta di un pratica aperta anche per l’Iran il CNT non è (ancora) un organismo riconosciuto. Nonostante nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi abbia invitato il leader del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, a recarsi in visita a Teheran “il piu’ presto possibile”, non c’e’ ancora un riconoscimento ufficiale. Le relazioni tra Teheran e Tripoli sono rimaste negli ultimi 30 anni sempre in bilico, malgrado un miglioramento nell’ultimo periodo, ed oggi, mentre si va delineando un futuro in Libia senza Gheddafi, sono ancora un’incognita i futuri rapporti tra la Repubblica Islamica e i nuovi leader del paese nordafricano. L’atteggiamento iraniano, d’altronde, e’ ambiguo rispetto a tutte le rivolte arabe e va da un aperto sostegno al nuovo corso in Egitto alla totale fedelta’ al siriano Bashar al-Assad.

Cauto anche Israele. Anche lo stato ebraico non ha riconosciuto il Cnt. Israele, a sua volta, non gode del riconoscimento della Libia e in passato e’ piu’ volte stata bersaglio degli anatemi di Gheddafi, a cui pure vengono attribuite origini ebraiche. In modo non formale, il Cnt per ora si e’ detto pronto a riconoscere lo stato di Israele.

Nel continente sudamericano, infinne, si trovano i piu’ fedeli alleati del colonnello Gheddafi. Il Venezuela di Hugo Chavez ha piu’ volte preso posizione a favore dell'”amico” Muammar e il paese e’ stato piu’ volte indicato come sua possibile via di fuga, insieme al Nicaragua, alla Bolivia e al Guatemala, tutti paesi che non riconoscono il Cnt. Non si registra un riconoscimento ufficiale neanche a Cuba e in Ecuador, cosi’ come in paesi piu’ ‘moderati’, come Argentina e Brasile

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