Mondo
Il bilancio è di 2700 morti
Lo rende noto l’Onu che monitora la situazione dall’inzio delle rivolte
di Redazione
È di 2.700 morti il bilancio degli scontri in Siria, da quando sono esplose a marzo le prime manifestazioni contro il presidente Bashar al-Assad. È la stima di Kyung-wha Kang, numero due dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay. Rispetto a una settimana fa, ha detto la Kang al Consiglio Onu per i Diritti umani, si contano cento morti in più.
La vittime, «tra cui almeno cento bambini, sono state uccise dai militari e dalle forze di sicurezza», ha precisato. L’alta funzionaria Onu ha quindi sottolineato quanto sia importante che «sia perseguibile chi ha commesso crimini contro l’umanità». «Il nostro ufficio ha rilevato che questo genere di crimini potrebbero essere stati commessi in Siria», ha concluso, citando un rapporto Onu di agosto. Ben più drammatico il bilancio tracciato dagli attivisti dall’ong “Avaaz” in collaborazione con “Insan”, un’organizzazione che si occupa di diritti umani, che parla di 5.300 morti.
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