Welfare
Dal 2000 ad oggi 100 suicidi tra le guardie
Sappe: è di oggi l'ennesimo caso verificatosi a Pordenone. Il settimo in pochi mesi
di Redazione
«Siamo sgomenti e sconvolti, impietriti per questa nuova immane tragedia»: è quanto sottolinea il segretario del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece commentando il suicidio di un assistente capo di Polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Pordenone, ricordando che «avviene a brevissima distanza di tempo dal suicidio di altri appartenenti al Corpo».
Oggi, prosegue Capece, «piangiamo la vittima di un’altra tragedia che ha sconvolto i baschi azzurri, nell’indifferenza assoluta e colpevole dell’amministrazione penitenziaria che continua a sottovalutare questa grave realtà. Dal 2000 a oggi si sono uccisi cento poliziotti penitenziari, un direttore di istituto e un dirigente regionale. E sette suicidi in pochi mesi sono sconvolgenti».
Il segretario del Sappe ribadisce che «bisogna comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere. L’amministrazione penitenziaria, dopo la tragica escalation di suicidi degli scorsi anni, accertò che i suicidi di appartenenti alla Polizia penitenziaria, benchè indotti da ragioni varie e strettamente personali, sono in taluni casi le manifestazioni più drammatiche e dolorose di un disagio derivante da un lavoro difficile e carico di tensioni».
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