Mondo

La nave si muove. Sospese le ricerche e richiamati i sub

Il mare grosso ferma i soccorsi

di Redazione

Si aggrava il bilancio delle vittime del naufragio della nave Costa Concordia all’Isola del Giglio: è stato trovato il cadavere di un uomo. Sono adesso 6 i morti nella sciagura, e 16 i dispersi. Il corpo era nel secondo ponte, in una parte non invasa dall’acqua. Aveva il giubbotto salvagente ed era un passeggero. Ieri erano state tratte invece in salvo tre persone, due sposini coreani e il commissario capo di bordo Manrico Giampetroni. Sta peggiorando inoltre la situazione meteo, dopo due giorni di bel tempo. Il mare si sta increspando, e per le prossime ore è previsto un temporale. Una situazione che preoccupa molto i soccorritori che stanno facendo una corsa contro il tempo per ispezionare la Concordia. Il timore è che le onde possano provocare uno spostamento del relitto e farlo sprofondare a 70 metri rispetto al gradino di 37 metri su cui è appoggiato lo scafo.

È in corso anche un sopralluogo degli inquirenti agli scogli de “Le scole”, che sarebbero quelli urtati dalla Costa Concordia nella tarda serata di venerdì scorso. Il sopralluogo è stato disposto dalla Procura di Grosseto, per acquisire elementi utili all’inchiesta e per verificare la corrispondenza tra la versione del comandante e quella di altri testimoni. Uno scoglio di grandi dimensioni è tuttora conficcato nella carena della Costa Concordia.

Proseguono a ritmo serrato le ricerche dei 16 dispersi. Squadre di sommozzatori della Guardia costiera e sub speleologi dei Vigili del fuoco stanno perlustrando le 1.500 cabine una a una, utilizzando le mappe della nave fornite dalla Costa Crociere. Le operazioni sono rese difficili dalla presenza di zone allagate e di locali ostruiti da arredi andati fuori posto con il naufragio. «Ogni secondo è buono per trovare i superstiti, è una corsa contro il tempo», ha detto ieri il comandante della Guardia costiera, Cosimo Nicastro. «La speranza dei soccorritori è che nella parte sommersa si siano formate bolle d’aria».

Per il comandante della Guardia costiera, però, «c’è il rischio che la nave sprofondi a 70 metri», rispetto al gradino di 37 metri su cui è appoggiato lo scafo. Se sprofondasse a 70 metri, la nave si inabisserebbe completamente, e a quel punto finirebbe ogni speranza di trovare vivi eventuali superstiti rimasti intrappolati a bordo.

Si aggrava, intanto, la posizione di Francesco Schettino, il comandante della Concordia in stato di fermo di pg con l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro e abbandono della nave. Un membro dell’equipaggio ha raccontato agli inquirenti che Schettino avrebbe dato l’ordine di puntare verso il Giglio, avvicinandosi così eccessivamente alla costa, per fare vedere l’isola a un maitre gigliese. «Guarda la tua isola», sarebbero state le parole del comandante della Costa Concordia.

La stessa compagnia di navigazione ha preso di fatto le distanze da Schettino, in una nota emessa nella notte, in cui parla di «gravi errori del comandante». L’armatore sostiene che Francesco Schettino potrebbe «non aver seguito le procedure di Costa Crociere che sono in linea e, in alcuni casi vanno oltre, gli standard internazionali». Contro di lui «sono state mosse gravi accuse. Sembra», si legge nella nota, «che abbia commesso errori di giudizio che hanno avuto gravissime conseguenze: la rotta seguita dalla nave è risultata troppo vicina alla costa, e sembra che le sue decisioni nella gestione dell’emergenza non abbiano seguito le procedure».

La scatola nera racconta che la nave si è incagliata alle 21.58. Alle 22.10 l’equipaggio comunica alla capitaneria di porto di avere un problema al generatore ma non parla di urti o secche. L’allarme vero e proprio scatta alle 22.30, molto in ritardo, come messo in rilievo dai pm di Grosseto che indagano sulla sciagura. Schettino invece rivendica ”la correttezza della manovra” e dice di aver puntato sul Giglio «per evitare il naufragio in mare aperto».

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