Welfare

Ennesimo suicidio. Il Sappe: è un’ecatombe

B.G. si è impiccato nella sua cella di Solliciano

di Redazione

Nuovo suicidio in carcere. È accaduto nel penitenziario fiorentino Gozzini (Solliccianino), dove un detenuto italiano B.G., 29 anni di Lucca, colpevole dei reati di rapina e spaccio di stupefacenti con fine pena 29 giugno 2014, si è impiccato con le tendine delle finestre. Lo riferisce Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che commenta: “oltre alla tragedia personale e familiare, questo ennesimo suicidio è una sconfitta per lo Stato. Quella delle morti in carcere, per suicidio o per cause naturali, si sta configurando come una vera e propria ecatombe”. “E se il drammatico numero non sale ulteriormente – sostiene Capece – è grazie alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente sventano numerosi tentativi di suicidi. Ma bisogna darsi concretamente da fare per un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, argomento rispetto al quale il Sappe, è da tempo impegnato nonostante la colpevole indifferenza di vasti settori della politica nazionale. Serve un carcere nuovo e diverso perchè quello attuale è un fallimento”, ammonisce. Il Sappe torna a sottolineare come “il sovraffollamento delle strutture penitenziarie italiane è certamente un problema storico. In questo contesto, molto importanti sono i contenuti del dl del Governo per ridurre il sovraffollamento penitenziario che prevedono la permanenza degli arrestati nelle camere di sicurezza della Forza di Polizia che ha effettuato il fermo fino alla convalida o meno del fermo stesso”. “Nell’ambito delle prospettive future” conclude Capece “occorre che lo Stato, pur mantenendo la rilevanza penale, indichi le condotte per le quali non è necessario il carcere, ipotizzando sanzioni diverse, ridisegnando in un certo senso l’intero sistema”.

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