Mondo

Global Fund tagliato, a rischio progetti in Myanmar

Cesvi lancia l'allarme: a rischio migliaia di vite

di Redazione

La cancellazione di un ciclo completo di finanziamenti del Global Fund, il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, tubercolosi e malaria, avrà in Myanmar ripercussioni drammatiche. Cesvi lancia l’allarme, insieme ad altre Ong che lavorano in Myanmar, sottolineando come tale decisione graverà sulla popolazione e sui beneficiari dei progetti che l’Ong italiana porta avanti da più di 10 anni. Il Global Fund è diventato ormai fonte vitale per migliaia di persone in Myanmar e contribuisce a salvare direttamente molte vite umane.
Per quanto riguarda la malaria negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti. Sebbene vengano registrati più di 4 milioni di casi sospetti ogni anno, il dato risulta essere in calo rispetto agli anni passati grazie proprio al lavoro svolto dalle Ong che attraverso l’informazione, la prevenzione e le cure hanno contribuito ad una diminuzione dell’incidenza della malattia. Questi importanti risultati andranno persi nel caso in cui il Round 11 del Global Fund e il relativo finanziamento vengano cancellati. “Il ruolo che possono avere il Fondo Globale e i donatori privati e collettivi è fondamentale per superare la minaccia della malaria e garantire che tutte le persone bisognose ricevano il relativo trattamento” – sottolinea Daniele Panzeri, Responsabile Cesvi in Myanmar.

Cesvi è presente da anni nello Shan, vasta regione semimontagnosa confinante con Cina, con un vasto programma di lotta alla malaria, e nella zona interna di Magway con interventi di sicurezza alimentare.
Il programma raggiunge oltre 220 mila persone in 1.054 villaggi: sette team composti ciascuno da un medico, un infermiere, un microscopista e un assistente sanitario, tutti locali, svolgono interventi medici in cliniche rurali e una clinica mobile raggiunge i villaggi più remoti. Questi team, insieme a una rete di volontari presenti in ciascuno dei villaggi in cui Cesvi opera, conducono attività di prevenzione, diagnosi e trattamento farmacologico antimalarico, sia attraverso visite regolari nei villaggi sia tramite la gestione di ambulatori fissi nei distretti, mentre una clinica mobile che raggiunge i villaggi più lontani. L’obiettivo è offrire a tutti l’accesso alla diagnosi e al trattamento della malaria e diffondere una maggiore conoscenza della malattia e delle modalità di prevenzione. Per questo viene svolta un’intensa attività di sensibilizzazione attraverso incontri di formazione sull’uso delle zanzariere impregnate e i modi per fronteggiare la malnutrizione e denutrizione infantile.   “Grazie al suo intenso lavoro, Cesvi è riuscito a contribuire in maniera significativa alla lotta a questa malattia. I dati ufficiali dimostrano che dal 2001, anno in cui ha iniziato a lavorare in Myanmar, le persone affette dalla malaria sono sostanzialmente diminuite” – continua Panzeri – “Si è passati infatti a una diagnosi di un caso di malaria ogni cinque, a uno ogni venti. Ciò significa che l’intervento ha ridotto il livello di endemicità della malaria del 75%. Ovviamente un ridimensionamento dell’impegno internazionale nel garantire i fondi necessari a combattere la malaria e le altre malattie quali HIV e TB, vanificherà tutti i risultati fino ad ora ottenuti”.

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