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Marò, pasticcio all’indiana
La vicenda dei militari in prigione nel Kerala conquista le prime pagine
di Redazione

Lo scontro diplomatico tra Roma e New Delhi si accende dopo la decisione delle autorità locali di incarcerare i soldati. La cronaca di queste ore convulse e i commenti sulla gestione della vicenda da parte delle autorità italiane
- In rassegna stampa anche:
- SPRINGSTEEN
- RUSSIA
- TAV
“I marò in carcere, ira dell’Italia” il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. «I due marò del San Marco accusati per la morte di due pescatori indiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, saranno trasferiti in un carcere di Kollam. Lo ha deciso il giudice indiano che ha convertito il fermo di polizia in 14 giorni di fermo giudiziario per i due fucilieri. Secondo quanto riportato dal Times of India, il Chief Minister del Kerala, Oommen Chandy, ha dichiarato: «Nei confronti dei soldati italiani non verrà mostrata alcuna indulgenza» e ha sostenuto che vi sono «prove incontrovertibili». Secondo quanto è stato diffuso in tarda serata dall’agenzia Ansa, che cita «un’autorevole fonte che segue il negoziato», la magistratura indiana starebbe studiando una «soluzione ponte»: sarebbe stata individuata all’interno del carcere centrale di Trivandrum «una costruzione separata» dove i marò possono mantenere la divisa e disporre di un telefono. L’importante, ha insistito la fonte, è che si tratta di «una struttura autonoma» che risolve anche problemi di sicurezza». Il commento è affilato a Giuseppe Sarcina. Titolo: «Il risultato amaro di una linea debole». Duro l’attacco: «Fin dal primo giorno il governo italiano ha dovuto rincorrere le autorità indiane. (…). Il governo ha proceduto per strappi, perseguendo una linea ondivaga e quindi inevitabilmente debole. (…). L’esecutivo Monti si è accostato al caso dei marò con una presunzione ingiustificata. Può dispiacere, ma i fatti di questi giorni dimostrano che l’Italia non ha una caratura internazionale sufficiente per trattare da posizioni di forza con una grande potenza come l’India. Probabilmente fin dall’inizio sarebbe stato importante coinvolgere l’Unione europea, mettere in rete gli alleati più importanti e con un qualche peso in quest’area, come Stati Uniti e Gran Bretagna».
Di spalla su LA REPUBBLICA: “India, i marò in carcere L’Italia: è inaccettabile”. I servizi all’interno: è scontro diplomatico fra Roma e New Delhi. Per ore il sottosegretario Staffan De Mistura è rimasto nell’anticamera del direttore del carcere assieme ai soldati italiani che sono stati trasferiti dal tribunale di Kollam. «Su mio rifiuto di farli entrare in cella, i due militari non sono entrati: non mi muovo da qui fino a quando non avremo chiarito una situazione inaccettabile». Poi ha inviato un messaggio al premier: «una cosa è seguire il processo giudiziario locale… ma è ben altra cosa che nel frattempo militari italiani e in uniforme, e in missione ufficiale all’estero, per un incidente avvenuto in acque internazionali, siano messi in un centro di detenzione per delinquenti comuni». Sulla vicenda, scrive Vincenzo Nigro pesano le questioni indiane: nello stato del Kerala si vota e la campagna elettorale è molto accesa. Sonia Gandhi, capo del partito del Congresso al potere, deve stare attenta a non essere nuovamente accusata di riguardi eccessivi nei confronti di italiani (come successe negli anni 90, da quando l’accusa di contatti con la “mafia italiana” la perseguita). A fianco un retroscena curato da Francesco Bei: “«Strategia troppo prudente» i dubbi di Monti sulla Farnesina”. Il premier inizia a nutrire perplessità sulla linea di condotta, fin qui poco efficace, adottata dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi. In effetti già da ieri, con De Mistura che si oppone al carcere con inusitato vigore, sembra che l’impostazione sia cambiata. Il Pdl inizia a muoversi (oggi a Roma, davanti al Pantheon, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa hanno organizzato una maratona oratoria) e Monti ha deciso che d’ora in poi se ne occuperà direttamente.
IL SOLE 24 ORE liquida la vicenda dei marò con un pezzo a pagina 14 fatto da Roma, “Marò in carcere, Roma accusa Dehli”. «La macchina diplomatica italiana si è mossa ieri soprattutto per ottenere dalle autorità indiane condizioni di detenzione più favorevoli per i due marò. Su questo punto sembra che qualche spiraglio si possa aprire e i due militari potrebbero presto essere trasferiti in un ex riformatorio a Trivandrum. Entro oggi, poi, dovrebbe concludersi la perizia balistica a cui assistono anche due esperti del Ros giunti dall’Italia. Il sottosegretario de Misutura è fiducioso che la loro presenza possa chiarire punti ancora oscuri. Ma i sentimenti anti-italiani nel Kerala restano forti. Nel Parlamento regionale il premier, Oommen Chandy, uomo del partito del Congresso di Sonia Gandhi, nonostante abbia assicurato che “non vi sarà indulgenza”, si è scontrato con la coalizione di opposizione Left Democratic Front che ha accusato il primo ministro di non sapere garantire l’incolumità dei pescatori e di riservare ai militari italiani un trattamento “da albergo a cinque stelle”».
IL GIORNALE apre a tutta pagina con il titolo “Monti fa l’indiano”, nel sommario «in barba al diritto internazionale, i due militari finiscono in cella. È un sequestro. Delhi dà uno schiaffo al governo, che pensa allo spread e non a difendere i suoi uomini». L’editoriale è di Alessandro Sallusti che scrive «Due nostri soldati, marò del San Marco, da ieri sono in carcere in India. Li hanno presi con l’inganno, in spregio ai trattati internazionali. Fessi noi che ci siamo fatti intortare. Ma questo non può giustificare un affronto all’Italia intera». Secondo il direttore «siamo quindi di fronte a un sequestro di militari italiani da parte di un Paese straniero. I marò devono essere subito liberati e consegnati ai nostri. Il problema non riguarda solo l’Italia ma l’intera alleanza politica e militare della quale facciamo parte e alla quale abbiamo dato un tributo di sangue non indifferente sui fronti di crisi aperti nel mondo». All’interno Maria Sorbi firma “Pisapia preferisce i nostri Marò in galera” «il Comune vieta l’esposizione di uno striscione di solidarietà con i soldati arrestati. Per Emergency invece…». Roberto Fabbri fa la cronaca begli avvenimenti nel suo “Un giudice intrappola i marò. Il governo alza la voce ma è tardi”. In basso lo scenario di Gian Micalessin “Usa, Russia, Santa Sede… Ecco perché non ci aiutano”. Fausto Biloslavo firma “Tra i militari monta la rabbia: nessun rispetto per la divisa”, «ufficialmente solo no comment. Ma nelle Forze armate c’è delusione per come la Farnesina ha gestito la vicenda».
Al caso marò LA STAMPA dedica la fotonotizia della prima pagina (un primo piano di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre tra i poliziotti indiani) sotto il titolo “I marò in carcere, scontro Roma-Nuova Delhi”. I servizi rimandano alle pagine interne 6 e 7. Il retroscena è affidato alla penna di Francesco Grignetti (“Da Roma pressing globale. Ma l’Europa gela l’Italia: Non ci ha chiesto aiuto”). Questo il passaggio clou in cui si esplicita la posizione del dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza: «il caso dei due marò arrestati – ha spiegato il portavoce di Catherine Ashton – è di competenza delle autorità italiane, che non hanno finora richiesto la nostra assistenza». E poi: «Espresso il rammarico per la morte dei due pescatori indiani, l’ufficio di lady Ashton fa sapere che la rappresentanza Ue in India ha incontrato il sottosegretario Staffan De Mistura nei giorni scorsi, ma le questioni consolari sono di competenza dei singoli paesi».
Piccolo richiamo in prima pagina su IL MANIFESTO, “«I marò in carcere», De Mistura si oppone” e un altrettanto piccolo articolo di spalla a pagina 9 che apre sull’assemblea nazionale cinese. Due righe di titolo per dire: “I due marò in carcere Tensione Roma – Delhi”. Si fa un parallelo con la scossa di terremoto avvertita ieri a New Belhi che «rischia di far sentire i suoi effetti fino in Italia». Nell’articolo si trova la cronaca delle ultime ore, i movimenti diplomatici del console generale Giampaolo Cutillo e del sottosegretario agli esteri Staffan De Mistura. L’articolo si conclude osservando: «I tempi non si annunciano brevi, nonostante che in Italia a livello politico ci sia chi vuole una dichiarazione di guerra aperta all’India per lo sfregio. Tutto lascia ritenere che per una soluzione definitiva sulla detenzione dei marò (dopo tre mesi potrà chiedere la libertà dietro cauzione), bisognerà aspettare le elezioni nel Kerala, il 14 marzo, che agitano il mondo politico locale».
AVVENIRE, con un editoriale di Vittorio E. Parsi, plaude all’«ira della Fernesina» per l’incarcerazione dei due marò in India, spiegando che la lettera serve a dire all’India che «si è andati oltre il tollerabile e scambiare la disponibilità italiana al dialogo per arrendevolezza è un grave errore» e invitando l’Italia a cercare l’appoggio di altri alleati, che possano avere «un’influenza maggiore della nostra presso il governo di Delhi, a cominciare dagli Usa». Chiamata in causa anche l’opinione pubblica italiana, «la cui mobilitazione è stata richiesta e ottenuta in questi anni per il salvataggio di tanti cooperanti rilasciati: non è possibile che per i nostri media, i nostri sindaci e i nostri maitre à penser le vite di La Torre e Girone valgano meno». AVVENIRE riporta la polemica di Frattini contro Terzi, che ha mantenuto un «eccesso di cautela», le difficoltà in loco del sottosegretario De Mistura, che aveva cercato un incontro con i famigliari di uno dei due pescatori morti, respinto. In generale la tesi di AVVENIRE è che «gli italiani sono finiti nella trappola del voto in Kerala».
Sulla vicenda dei due marò ITALIA OGGI mette in evidenza che «oggi il Pdl organizzerà una maratona oratoria a Roma al Pantheon per chieder con forza la liberazione dei due marò italiani. I politici italiani sono in fibrillazione. Il quotidiano cita le dichiarazioni dell’ex capo della Farnesina, Franco Frattini, dell’ex ministro delle difesa Ignazio La Russa. Gianfranco Fini ha parlato del caso a Washington con il segretario di stato per la sicurezza americana dicendosi preoccupato per l’atteggiamento delle autorità indiane nei confronti dei due marò italiani portati in carcere. Una preoccupazione bipartisan. Mauro Del Vecchio, già comandante della missione Isaf in Afghanistan e membro della commissione Difesa di Palazzo Madama denuncia il mancato rispetto delle norme di diritti internazionale. Intanto la Lega lamenta il silenzio del Governo che invece di pretendere e ottenere il rimpatrio dei militari arrestati ingiustamente in acque internazionali, il nostro Paese si prostra al Governo di Nuova Delhi, recita una nota dell’europarlamentare leghista Mara Bizzotto».
E inoltre sui giornali di oggi:
SPRINGSTEEN
IL MANIFESTO – In una caotica prima pagina che riassume i temi degli ultimi due giorni (Tav, primario Pd a Palermo, morti bianche, Fiom ecc.) un richiamo è dedicato all’ultima fatica di Bruce Springsteen con il titolo “Le mani della banche sull’America”. «Nei suoi momenti migliori, Bruce Springsteen ha saputo esprimere lo spirito radicale dei tempi. The Rising dava voce ai sentimenti del dopo-11 settembre; Wrecking Ball (in uscita oggi su etichetta Columbia/Sony) è il disco della Grande Crisi del terzo millennio, la crisi che ha distrutto le città e i rapporti sociali senza bisogno di bombe e canoni, semplicemente con le armi della speculazione, dell’azzardo e del capitale finanziario », scrive Sandro Portelli prima di citare un brano da Dath Comes to My Town «Ci hanno distrutto le famiglie, le fabbriche, e ci hanno preso la casa; hanno abbandonato i nostri corpi sulla pianura, gli avvoltoi ci beccano le ossa». A pagina 12 prosegue questa ampia recensione del nuovo disco di Springsteeen “undici potenti rock songs per raccontare il crack dell’America e del mondo affossati dagli squali di Wall Street” come recita la fascia grigia in testa alla pagina. Nel sommario “Secondo il boss quello che ci permetterà di uscire dalla crisi non sarà la guerra di tutti contro tutti, ma la solidarietà”
RUSSIA
IL MANIFESTO – L’ultima pagina, con un richiamo in prima, è dedicata al risultato delle elezioni russe. Due gli articoli. In apertura “Braccio di ferro con lo zar”, mentre di taglio centrale vi è un secondo articolo dedicato a leggere il personaggio Putin “Lacrime non scontate”. Nel sommario si legge “Opposizione in piazza contro i risultati delle presidenziali che danno il 63,6% di voti a Putin. «Illeggittimi» per il leader comunista Zyuganov. Ventimila in comizio, con troppe divisioni. La polizia si scatena: centinaia di arresti”. Nei due articoli si cerca di raccontare quanto sta accadendo in Russia al di là del risultato elettorale. Nell’articolo più dedicato a Putin si osserva che in queste elezioni «(…) Per la prima volta, forse da sempre, il vertice del potere politico ha dovuto misurarsi con un’opinione pubblica cui rendere conto delle proprie azioni (…)»
TAV
LA STAMPA – Titolo di apertura e l’intera doppia 2 e 3 a una lunga intervista di Luigi La Spina al ministro Passera sulla vicenda dell’Alta velocità in Valsusa sotto l’inequivocabile titolo: “Passera: Tav fondamentale”. Queste le argomentazioni del responsabile dello Sviluppo Economico: ««Quest’opera è necessaria, utile e strategica per il nostro Paese oltre ad essere del tutto conforme con le normative italiane, francesi ed europee». «Prima del 2005 erano stati proposti progetti, sotto alcuni aspetti – aggiunge Passera – affrettati e non sufficientemente attenti alle conseguenze ambientali» e «quegli errori hanno indebilito il progetto e dato il via ad una percezione sbagliata dell’ opera», ma «dal 2006 c’è stato un fondamentale cambio di rotta». Il ministro si sofferma anche sull’impatto che la Tav avrà nel ridurre l’inquinamento della zona. «La valle sarà alleviata da un eccesso di trasporto su gomma – afferma Passera – altamente inquinante. Il risparmio che otterremo dall’opera è pari alle emissioni di CO2 di una città di 300 mila abitanti».
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