Non profit
Approvata la Carta, ecco le linee guida
Novità per la governance egestione del patrimonio
di Redazione

L’Assemblea dell’Acri ha approvato oggi la Carta delle Fondazioni: una sorta di codice di riferimento volontario, ma vincolante, di cui le Fondazioni di origine bancaria hanno deciso di dotarsi per disporre di un documento guida che consenta loro di adottare scelte coerenti a valori condivisi nel campo della governance e accountability, dell’attività istituzionale, della gestione del patrimonio. Ad esso le Fondazioni potranno ispirarsi, nel rispetto della piena autonomia di ciascuna. «Il 4 maggio 2011 – ha detto il presidente Acri Giuseppe Guzzetti – l’Assemblea dell’Acri aveva varato la scelta di definire linee guida per un orientamento comportamentale comune, capaci di dare sistematicità alle migliori pratiche già sperimentate e pienezza di attuazione allo spirito delle norme che regolano le Fondazioni. Oggi, dopo neanche dodici mesi, questo strumento ha preso corpo, a valle di un processo di elaborazione ispirato alla più ampia partecipazione».
Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi, dotati di patrimoni significativi dal cui investimento traggono le risorse necessarie a svolgere la propria attività istituzionale, che è quella di erogare risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale dei loro territori di riferimento e del Paese. La Carta ribadisce l’autonomia e la terzietà delle Fondazioni come centrale nello svolgimento di questo ruolo: non solo come principio fondante, ma come strumento e modalità attuativa. “Tale autonomia, sancita dalla Corte costituzionale, con le sentenze n. 300 e n. 301 del 2003, con la riconduzione delle Fondazioni fra i soggetti appartenenti all’organizzazione delle libertà sociali, non è disgiunta dall’assunzione di una piena responsabilità per le finalità di interesse generale loro affidate e per le attività poste in essere – recita il preambolo della Carta -. In tal modo tutti gli elementi, dalla trasparenza e pubblicità del proprio operato (ivi compresi i percorsi che ne garantiscono la realizzazione) all’autorevolezza degli amministratori, fino all’ordinato funzionamento degli organi di governo (la cui specializzazione funzionale è volta ad attivare il circuito interno delle responsabilità) e alle forme di vigilanza previste dall’ordinamento, rappresentano attributi imprescindibili nell’ambito dei quali l’autonomia viene esercitata”.
GOVERNANCE. In merito alla governance, la Carta punta sulla competenza e l’autorevolezza degli amministratori, la pubblicità e trasparenza delle procedure di designazione e di nomina, la rappresentatività nella composizione degli organi anche attraverso “un’adeguata presenza di genere”, l’indipendenza, l’autonomia, la responsabilità e precisi criteri di valutazione per le incompatibilità in entrata e in uscita dalle stesse Fondazioni, affinché venga salvaguardato al massimo grado il loro specifico interesse. “Al fine di salvaguardare la propria indipendenza ed evitare conflitti di interesse – si legge nella Carta – la partecipazione agli organi delle Fondazioni è incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (elettiva o amministrativa). Le Fondazioni individuano le modalità ritenute più idonee per evitare l’insorgere di situazioni di conflitto di interessi, anche ulteriori rispetto alle predette fattispecie. Individuano inoltre opportune misure atte a determinare una discontinuità temporale tra incarico politico svolto e nomina all’interno di uno dei loro organi. La disciplina di eventuali ipotesi di discontinuità tra cessazione dalla Fondazione e assunzione successiva di incarichi politici (elettivi o amministrativi) è rimessa alla sottoscrizione di ‘impegni morali’ o alla stesura di un ‘codice etico’ ”. Inoltre la Carta suggerisce l’adozione di misure idonee a garantire, da un lato, l’unitarietà operativa della Fondazione evitando, tramite opportuni scaglionamenti nel tempo, che il rinnovo degli organi possa creare situazioni di instabilità nella governance o di discontinuità nell’azione, dall’altro l’univoca rappresentanza dell’ente, assicurata in via primaria dall’unicità della figura del Presidente.
ATTIVITA’ ISTITUZIONALE. Trasparenza, imparzialità delle decisioni, accessibilità delle informazioni, rendicontazione, disseminazione delle ‘best practice’ sono – insieme alla piena autonomia e responsabilità – i principali criteri suggeriti dalla Carta per un corretto esercizio dell’attività istituzionale, che non dovrà mai essere sostitutiva dell’intervento pubblico, bensì complementare e capace di farsi catalizzatore per la mobilitazione di risorse di terzi. “L’individuazione delle iniziative da sostenere – sottolinea la Carta – avviene sulla base di criteri definiti, che consentano di perseguire al meglio gli obiettivi di missione, escludendo situazioni di conflitto di interessi e ingerenze esterne”. Inoltre: “Nel processo di selezione delle iniziative attraverso bandi le Fondazioni procedono a una valutazione di merito sia assoluta sia comparativa rispetto ad altre iniziative di analogo contenuto. Similmente, i ‘progetti propri’ sono realizzati a seguito della valutazione di possibili soluzioni alternative per perseguire con maggiore efficacia ed efficienza gli obiettivi programmati”. La Carta, infatti, pone un particolare accento sulla necessità di operare secondo criteri di economicità, perseguendo obiettivi di efficienza e di efficacia, e di mettere in atto politiche attive di bilancio volte a stabilizzare le erogazioni nel tempo e a realizzare un’equilibrata destinazione dei proventi tra impegni annuali, pluriennali e continuativi.
GESTIONE DEL PATRIMONIO. La necessità di dare continuità all’attività erogativa fa da substrato alle articolate linee guida per la gestione del patrimonio, che deve essere fondata su diversificazione e controllo del rischio, funzionali – oltre che a salvaguardare l’integrità del patrimonio stesso – a “produrre una redditività in grado di consentire il perseguimento degli obiettivi di missione”. L’impiego del patrimonio richiede un’attenta pianificazione strategica “bilanciando opportunamente il flusso di proventi con riferimento a orizzonti di breve e di medio/lungo periodo, anche attraverso una diversificazione tra strumenti di investimento”. Le decisioni di investimento sono determinate sulla base di un processo comparativo tra opportunità alternative, che tiene conto di criteri oggettivi di valutazione e di elementi di connotazione etica tali da escludere “investimenti che presentino connessioni con situazioni di violazione dei diritti dell’uomo e delle norme di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, artistico e culturale”. Significativo anche il richiamo al collegamento funzionale dell’impiego del patrimonio alla missione istituzionale delle Fondazioni: “L’investimento del patrimonio, oltre che generare la redditività necessaria per lo svolgimento delle attività istituzionali, può rappresentare uno strumento diretto di sostegno a iniziative correlate alle finalità perseguite”. Ciò, però, salvaguardando sempre il valore del patrimonio e l’adeguata redditività. Infine, il rapporto con la società bancaria di riferimento. “Nell’ambito delle proprie finalità di sviluppo del territorio, attraverso l’investimento nella società bancaria di riferimento, nel rispetto della legislazione vigente, le Fondazioni perseguono l’obiettivo di contribuire alla promozione dello sviluppo economico, nella consapevolezza che una istituzione finanziaria solida e radicata nei territori costituisca un volano di crescita e di stabilizzazione del sistema finanziario locale e nazionale. Le Fondazioni non si ingeriscono nella gestione operativa delle società bancarie, ma, esercitando i diritti dell’azionista, vigilano affinché la conduzione avvenga nel rispetto dei principi sopra richiamati”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.