Welfare
Più prodotti nei pacchi alimentari
Il Ministero delle Politiche agricole ha definito il nuovo piano per la distribuzione degli aiuti
di Redazione
Novità nei pacchi alimentari che le associazioni e le strutture caritative potranno distribuire direttamente alle famiglie più povere: non ci saranno più solo i classici pasta, biscotti, riso, latte, confetture e quei prodotti specifici già introdotti lo scorso anno come i biscotti per l’infanzia e l’olio di semi, ma anche legumi e polpa di pomodoro.
«Un mix di prodotti nuovo, vario, che sarà in grado di sostenere il bisogno di tante famiglie in grande difficoltà o di supportare l’azione di aiuto sia delle mense per i poveri che delle strutture residenziali», dice Marco Lucchini DG della Fondazione Banco Alimentare Onlus.
Lucchini precisa la novità mentre dà la notizia che il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, supportato da AGEA, ha definito il Piano per la distribuzione degli aiuti alimentari, per cui il Programma Europeo di Aiuti Alimentare agli Indigenti UE nel 2012 e 2013 ha stanziato un finanziamento per l’Italia di circa 90 milioni.
Gli obiettivi che si volevano raggiungere? Assicurare forniture quantitativamente importanti per fornire un supporto adeguato per tutto l’anno e inserire prodotti nuovi, per rendere il panel alimenti offerto più vario e così garantire anche un miglior equilibrio nutrizionale.
«Quantità e varietà sono un binomio imprescindibile», continua Lucchini. Come Rete Banco Alimentare (Fondazione Banco Alimentare Onlus e le 21 Organizzazioni Banco Alimentari presenti sul territorio) siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto e siamo molto grati al Ministro Mario Catania, ai suoi collaboratori ed allo staff che opera presso Agea, per l’importante ruolo svolto nel realizzare questo programma alimentare che a breve partirà.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.