Non profit

In Italia sono trenta La metà lanciate da Fondazione Cariplo

di Redazione

C’è chi, come la signora Prati ha lasciato il suo patrimonio di oltre 2 milioni e mezzo alla fondazione comunitaria di Novara o chi, come la signora Coccini ha donato la nuda proprietà della casa, valore più di un milione di euro, alla fondazione di Como. O chi, è la storia da fogliettone del dottor Colombo, ha donato un milione contribuendo – grazie alla preziosa sinergia con la fondazione locale – a realizzare la casa di riposo in centro città, a Lecco. Casa, questo il particolare curioso, costruita dalla donna che prima lo ha accolto e poi lo ha sposato a tarda età. Sono alcune delle storie dei piccoli Bill Gates italiani che fanno grandi le fondazioni di comunità dell’arcipelago Cariplo. Donatori silenziosi che, senza avere i patrimoni del fondatore della Microsoft, contribuiscono a irrobustire un modello di infrastruttura sociale ancora poco diffuso nel Belpaese.

Dagli States a? Lecco
Le fondazioni di comunità, d’ispirazione americana, sono organizzazioni filantropiche che raccolgono fondi dalle comunità locali, dai privati, dalle aziende, dalle persone comuni e sostengono iniziative in diversi settori. Dalla solidarietà all’arte, dai beni storici alla cultura, passando per l’ambiente. Il tutto con un unico obiettivo: il bene comune di un territorio circoscritto: provincia, paese, comunità.
Sono nate come una risposta ai bisogni locali e stanno dimostrando che il modello, basato su una sorta di federalismo filantropico, funziona. La prima è nata a Lecco, nel 1999, le ultime, Ticino Olona, Verbano-Cusio-Ossola e Nord Milano, nel 2006. Alcune sono sorte con la partnership con altre organizzazioni filantropiche (in Piemonte, ad esempio) .
Bill Gates silenziosi
Questi enti costituiscono un patrimonio che la comunità locale contribuisce a incrementare con le donazioni, il territorio sa che quel gesto liberale sarà trasformato in azioni concrete. Quando le ha fatte nascere la Cariplo ha lanciato una sfida con l’obiettivo di stimolarle alla raccolta di donazioni a livello locale: chi raccoglie 5 milioni di euro vede raddoppiato il tesoretto ancora da mamma Cariplo. Un bello stimolo, non trovate? E infatti molte hanno già raggiunto il traguardo, grazie proprio ai piccoli Bill Gates silenziosi che vivono in queste zone.
Si stanno dimostrando uno dei settori a maggior sviluppo sul fronte della filantropia mondiale. La crescita è particolarmente forte in Europa. A fine 2009 nei cinque continenti se ne contavano 1.680. Di queste, circa la metà sono state costituite dopo il 2000.

L’Italia sul podio
Dalla classifica emerge che l’Italia, dopo aver scavalcato negli ultimi due anni il Regno Unito, è la terza al mondo. Ovviamente, davanti a tutti ci sono le fondazioni comunitarie degli Stati Uniti. Negli Usa, per la precisione, ce ne sono 709 e hanno un patrimonio di 48 miliardi di dollari con erogazioni annuale per 4 miliardi e mezzo di dollari. Segue il Canada con 171 Fondazioni che possono contare su un patrimonio complessivo di circa 2,8 miliardi di dollari euro e che fanno erogazioni per 137 milioni di dollari. In Italia esistono una trentina di fondazioni di comunità locali.
Quindici fanno un patrimonio da 217 milioni.
I dati sono aggiornati al 2010, perché l’esercizio 2011 non è chiuso: il patrimonio delle quindici Fondazioni di Comunità ha superato la soglia dei 217 mln euro registrando un aumento del 7% rispetto ai dati del 2009. Nel corso del 2010 la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, nel 2011, nei primi mesi, la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus, e recentemente la Fondazione Provaltellina, hanno raggiunto l’obiettivo di raccolta, portando a 10 su 15 le fondazioni che hanno raggiunto obiettivo, e la sostanziale autonomia. Ora questi patrimoni, messi a reddito, saranno il motore della filantropia locale.
Nel corso del 2010 le fondazioni hanno manifestato una soddisfacente capacità di fund raising, (considerando sia la raccolta a patrimonio sia quella a disponibilità): circa 4.200 donazioni per oltre 13 mln euro, un risultato notevole, visti i tempi. Il 46% delle donazioni proviene da persone private, a dimostrazione del sempre maggiore coinvolgimento della comunità, mentre il 27% da enti privati, il 12% da enti pubblici e il 15% da imprese commerciali.
Lo scorso anno le erogazioni, soprattutto attraverso i bandi, hanno superato i 23 mln euro e sono stati finanziati oltre 2.200 progetti di utilità sociale, registrando, rispetto al 2009, un aumento sia del numero di iniziative finanziate (+ 29%) sia dell’importo erogato (+20%). Il settore di maggior intervento è senz’altro quello socio assistenziale che ha attirato il 41% degli stanziamenti; seguono la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico con il 20% e le attività culturali con il 17 %.

Piccoli, ma generosi
A testimonianza concreta, semmai ce ne fosse bisogno, che la cultura del dono in Italia è viva e che i piccoli filantropi fanno la loro parte anche in periodi di crisi. «Proprio in questi momenti, anzi, scatta la molla della solidarietà. Il nostro territorio non ha dimenticato questo valore: ci sono persone che donano agli altri quello che possono, costituiscono piccoli fondi che messi a reddito servono a finanziare progetti, senza intaccare il capitale» spiega il presidente Giuseppe Guzzetti.
Lo stesso Guzzetti poi precisa: «Chiariamo subito che le fondazioni di comunità sono organismi autonomi da Fondazione Cariplo e che dispongono già di un loro patrimonio. A ciascuna di loro abbiamo dato una “dote” di partenza: dieci milioni di euro per costituire il patrimonio iniziale. Sviluppano un concetto di una moderna filantropia che investe ciascuno di nuove responsabilità. Le fondazioni di comunità fatte nascere dalla Cariplo oggi possono rappresentare anche un modello efficace per generare una nuova welfare society a livello locale».

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