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37 chilometri di linea elettrica sulle Ande. Così Terna ha accesso la voglia di volontariato dei dipendenti 37 km di linea elettrica sulle Ande hanno acceso la spina alla solidarietà dei dipendenti di Terna

Responsabilità sociale

di Redazione

Questa, per dirla con le parole di Fulvio Rossi, responsabile Csr di Terna, è la storia di una «convergenza naturale» tra i sogni e l’impegno di alcuni lavoratori e la sensibilità di un’azienda che da cinque anni redige il bilancio di sostenibilità. Una vicenda che nasce per caso, ma che si sviluppa grazie a una sensibilità collettiva e alla capacità di creare sinergie. Ad esempio con l’ong Coopi. «Il progetto di padre Serafino Chiesa – realizzare a Kami, in Bolivia, una linea elettrica – rappresentava una sfida di imprenditoria sociale, dalle molte implicazioni a livello della comunità locale, e chiamava in causa competenze specifiche della nostra azienda. Sembrava fatto apposta», prosegue Rossi.
Un conto però è essere coinvolti come individui e volontari, altro discorso è costruire a livello di impresa le condizioni per una collaborazione strutturata (il cui risultato è una linea elettrica di 37 km, costruita sulle Ande, ad altezze anche proibitive). Uno scatto in avanti incentivato da un dipendente-volontario (Giampiero Fantini,vedi intervista) «dal suo entusiasmo, dalla sua capacità di coinvolgere parlando dell’iniziativa», e poi realizzato con il determinante contributo dell’impresa. In pratica è come se il dipendente avesse alzato la palla e con Terna avesse realizzato la schiacciata. E insieme avessero vinto.
All’inizio «c’è stata una certa cautela, visto che non esistevano riferimenti precedenti cui rifarsi per organizzare le visite in Bolivia di Fantini, Adriano Selva e dei loro colleghi». Serviva una formula («e la direzione del personale l’ha individuata, sulla fiducia», sottolinea sempre Rossi). In seguito è stato un contagio che ha via via coinvolto altri dipendenti: «Impossibile sottrarsi a questa partecipazione corale».
Era il 2007. Tre anni dopo si è arrivati, con Coopi e l’università Luiss, alla realizzazione di un volumeKami, la missione dell’energia. «Abbiamo deciso di realizzarlo anche perché tutti i colleghi ne fossero informati, convinti che avrebbe – come del resto è successo – solleticato l’orgoglio di appartenenza», spiega il responsabile Csr. «Oltre alla realizzazione della linea si è dato il “la” una nuova forma di valorizzazione del volontariato cui molti dipendenti di Terna si dedicavano da tempo».
Così nel 2008 l’azienda ha deciso di risparmiare sui costi organizzativi di diversi eventi riuscendo a mettere a disposizione 80mila euro per 16 progetti di solidarietà indicati dai dipendenti. Che, l’anno successivo, sono stati coinvolti in una sorta di referendum («vota il tuo valore» scegliendo fra quelli indicati nel Codice etico aziendale): «I colleghi hanno partecipato in modo significativo – ha votato oltre il 60% – e scelto alcune associazioni da sostenere». Quanto al futuro, «il 2011», conclude Rossi, «sarà appunto l’anno in cui vorremmo stilare delle linee guida che possano regolamentare il sostegno aziendale al volontariato e al mondo della solidarietà».

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