Volontariato
Sono ormai 21mila le organizzazioni italiane che partecipano ai 78 CSV Un grande network pronto alle sfide della crisi
di Redazione
Un “fermo immagine” per guardarsi dentro e rilanciare la partita del bene comune in un’epoca di crisi. È quanto emerge dal decimo rapporto sull’attività dei Centri di servizio per il volontariato, relativo al biennio 2008-2009. Sono ormai trascorsi quasi 15 anni anni dalla nascita dei Csv (i primi sono nati a partire dal 1997, il coordinamento CSVnet si è costituito nel 2003). Sono stati anni di sviluppo, di costruzione di un’identità comune, di costante crescita di risorse umane ed economiche: basti pensare ai fondi messi a disposizione dalle fondazioni di origine bancaria attraverso l’articolo 15 della legge 266 del 1991, passati da 23,7 milioni di euro nel 1997 fino ai 53 del 2009 passando per i 91,8 milioni nel 2007.
La rete di reti
I 78 Centri di servizio per il volontariato hanno ormai una storia consolidata e numeri sempre più significativi per liberarsi dall’ingombrante pregiudizio di autoreferenzialità. È il loro stesso dna a dimostrare che essi rappresentano una rete di “autogoverno” del volontariato, sempre più partecipata e capillare nel territorio italiano. Complessivamente, il 91% dei soci dei Csv sono organizzazioni di volontariato, circa 10.500 realtà piccole e grandi, pari a circa il 25% del volontariato italiano. «L’incremento della base associativa, anche per il 2009, conferma che il volontariato rappresenta davvero la parte fondante dei Centri, ed è il suo stesso cemento», commenta Roberto Museo, direttore di CSVnet. Tra i soci, infatti, ci sono circa 900 reti che riuniscono a loro volta oltre 10mila organizzazioni: l’insieme dei Csv in Italia quindi rappresenta una “rete di reti” di circa 21mila organizzazioni grandi e piccole (su un totale di 42/44mila associazioni esistenti in tutta Italia).
I servizi e le prospettive
È impressionante la mole di servizi “restituita” al volontariato dai Csv, che in gran parte hanno una base territoriale provinciale (66 su 78), sono articolati in 414 sportelli e dunque hanno un rapporto di estrema vicinanza con gli enti e un’alta capacità di lettura dei bisogni del territorio. Nel 2009 hanno avuto accesso ai servizi circa 40mila enti (di cui 27mila di volontariato, pari al 68% del totale) e 19mila persone singole. Si parte dai bisogni primari, come i servizi logistici, utilizzati dal 61% degli utenti. Fotocopie, uso di computer, fax e stampanti, spazi per le riunioni: servizi “basic” in continuo aumento, perché per le piccole associazioni rappresentano un significativo risparmio di costo e un sostegno alle attività.
Ci sono poi le voci di “consulenza e assistenza”, utilizzate dal 69% degli utenti, che dimostrano come i Csv alleggeriscano il carico burocratico delle organizzazioni, in particolare negli ambiti giuridico-legali, fiscali, contabili, amministrativi, assicurativi, previdenziali e di lavoro. Si registrano inoltre delle aree di consulenza in crescita, come la progettazione, il servizio volontario europeo, la comunicazione, la ricerca di volontari, che forniscono competenze e strumenti per cogliere opportunità interessanti per il loro sviluppo. «Ma un altro grande lavoro che ci aspetta è quello di aiutare le associazioni a rendersi conto che devono rendere conto», sottolinea Museo. Le prestazioni dell’area della “rendicontazione sociale” risultano in crescita (da124 a 289), ma visto anche il grande lavoro realizzato in collaborazione con l’Agenzia delle onlus per la creazione delle “Linee guida per la redazione del bilancio sociale”, i Csv si metteranno sempre più in prima linea «nello sviluppo della cultura della trasparenza e della rendicontazione, soprattutto attraverso l’integrazione dei nostri servizi», prosegue il direttore di CSVnet. «Intendiamo mettere al centro le associazioni, con i loro bisogni e le loro caratteristiche, supportandole attraverso una gestione integrata delle attività». Ottimo anche l’andamento delle attività formative, suddivise in giornate seminariali e corsi strutturali, per un totale di oltre 54mila ore in un anno. A queste ha partecipato il 45% degli utenti, pari a circa 70mila presenze.
La sfida del 2011: i giovani
Ma nella mission dei Csv c’è anche una vera sfida: la promozione del volontariato tra i giovani. «È questo il fulcro di tutte le attività dedicate all’Anno europeo del volontariato», conferma Renzo Rezzano, presidente di Spes, Csv del Lazio e vice presedente del Centro Europeo del Volontariato (CEV). «Consideriamo i Centri di servizio come una “cinghia di trasmissione” attraverso cui facilitare la partecipazione dei territori e dei volontari agli obiettivi della UE nell’ambito dell’anno del volontariato. Intendiamo rilanciare tutte le iniziative locali, con un impegno di coordinamento e sensibilizzazione globale». In ambito giovanile i Csv hanno scelto di impegnarsi utilizzando alcuni strumenti oggi disponibili come
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