Non profit
Amore senza rete, al tempo della Rete
Agli adolescenti serve qualcuno che dia risposte. L'educazione sessuale Teen Star parte da qui
di Redazione

La legge, ferma dal 1975 in Parlamento, non c’è. I corsi nelle scuole nemmeno, e gli adolescenti si arrangiano, come possono, dove possono. Spaesati e senza strumenti, trovano sul web l’unica, grande ma spesso improvvisata, fonte di informazione. Il risultato è che i giovanissimi vivono e sperimentano l’amore senza rete: l’età del primo rapporto, dicono le statistiche, è di 14 anni, ma è difficile proteggersi se si è poco più che bambini.
«L’equivoco di fondo è proprio questo: pensare che le nuove generazioni utilizzino il fai-da-te, che sappiano dove cercare le informazioni. Non è così, c’è un gran bisogno di rispondere a domande fondamentali sul senso della vita, sul valore della propria persona e sul valore dell’altro», commenta Marina Mombelli, docente di Psicologia giuridica e convinta sostenitrice del metodo di educazione affettiva e sessuale Teen Star (sta per Sexuality teaching in the contest of an adult responsability), un programma che coinvolge al tempo stesso ragione e sfera emozionale. A svilupparlo, agli inizi degli anni 80, è stata la ginecologa statunitense Hanna Klaus per rispondere alle innumerevoli domande dei teenager sui molti aspetti (fisico, emozionale, intellettuale, spirituale, sociale) della sessualità.
In programma dal 3 al 6 marzo all’Università Cattolica di Milano, il corso “Teen Star” di formazione per tutor si rivolge a tutti coloro che sono impegnati nella formazione e nell’educazione dei giovani. «Il successo delle iscrizioni dimostra che oggi c’è molto bisogno di compiere questo tipo di cammino», commenta Marina Mombelli. «La questione infatti non riguarda solo avere più informazioni su come funziona il corpo, anche se questo corso è interessante perché non trascura niente degli aspetti della conoscenza della fisiologia del corpo maschile e del corpo femminile entrando nei particolari per capirne la complessità. L’essenziale però è inserire tutto nella globalità della crescita personale».
Il filo conduttore del corso è favorire la costruzione di legami maturi e consapevoli tra le persone, fondati su una vicinanza emotivo-affettiva, come è nella coppia, ma anche di responsabilità reciproca.
«Oggi il problema più grande è il timore a dare un senso del limite, mettere di fronte i figli a dei limiti, e a darne il senso», risponde Marina Mombelli. «È paradossale constatare come tutta la normativa più recente sul diritto penale minorile sia tesa a progetti che responsabilizzino, che facciano crescere il senso di capacità nell’affrontare delle scelte, che spingano a mettersi in un rapporto positivo con l’altro, a prendere coscienza anche delle conseguenze delle proprie scelte. Peccato che tutto questo venga fatto a posteriori, mentre l’educazione alla responsabilità va fatta prima. E imparare ad avere un rapporto di scambio positivo è importantissimo, soprattutto quando c’è in gioco tutta la dimensione sessuale della persona».
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