Non profit

Il bisogno di liquidità lascerà a secco il mondo

Il Giappone verso la ricostruzione

di Redazione

Tanto rumore per nulla. Il Vix (Volatility Index), “l’indice della paura” che misura le aspettative di volatilità del mercato, è raddoppiato in una settimana segnalando possibili cambi di direzione delle Borse. Ma chi pensava che i tremendi avvenimenti in Nordafrica e in Giappone potessero preoccupare le Borse per ora è rimasto deluso. Solo il Nikkei, il listino nipponico, ha perso il 22% in tre giorni ma ha subito iniziato il recupero. Poteva essere un doppio ko per le Borse che da due anni salgono incessantemente sospinte dalle banche centrali e che hanno realizzato un guadagno del 100% dai minimi di marzo 2009. In pratica, le Borse valutano in un 3% di ribasso i disastri accaduti. Niente.
Ma la domanda che i banchieri centrali e gli investitori si fanno è quali conseguenze lasceranno il terremoto e i problemi delle centrali nucleari. La Banca del Giappone, in accordo con il G7, è intervenuta pesantemente, tentando di indebolire lo yen salito ai massimi storici, un vero problema per le aziende nipponiche. Ma la ricaduta sarà globale e avrà ripercussioni a livello mondiale. Il Giappone possiede titoli americani per 3mila miliardi di dollari, di cui 886 in obbligazioni del Tesoro Usa, che potrebbe vendere per intraprendere uno dei più grandi sforzi di ricostruzione dalla fine della seconda guerra mondiale. Le scosse di assestamento potrebbero estendersi all’Europa dove recentemente il Giappone si era impegnato a finanziare il debito di Paesi in difficoltà.
Con i supermercati giapponesi svuotati in pochi minuti, i giornali Usa hanno chiesto ai lettori: «Quanto tempo potresti vivere con ciò che hai in frigo?». È così ripartita la preoccupazione per il reperimento di cibo in situazioni estreme, con acquisti di scatolame e alimenti a lunga conservazione, oltre a qualche moneta di oro e argento.
Un pensiero per gli eroici lavoratori giapponesi rimasti al loro posto di fronte alla più straziante scelta che si possa immaginare. Eroi non solo per la loro nazione ma per l’umanità intera.

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