Non profit
Il 27 aprile alla Camera il ddl sul “fine vita” Alimentazione e idratazione i nodi chiave
normalità
di Redazione
Il 7 marzo la Camera ha iniziato l’esame della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento (in sigla, Dat), meglio nota come testamento biologico. Dopo sole due sedute, la discussione è stata spostata al prossimo 27 aprile. Il testo arrivato in aula ha alle spalle una storia lunga 26 mesi: licenziata dal Senato nel marzo 2009, appena un mese dopo la morte di Eluana Englaro, la proposta di legge è rimasta poi per venti mesi alla Commissione Affari Sociali della Camera, e il testo che ne è uscito presenta alcune novità rispetto alla legge Calabrò.
Innanzitutto si introduce espressamente il divieto di qualunque forma di eutanasia, e si danno ulteriori precisazioni su quello che è uno dei nodi chiave della legge, cioè alimentazione e idratazione. Queste continuano a non poter essere oggetto di Dat, e devono essere mantenute fino al termine della vita, ma «ad eccezione del caso in cui risultino non più efficaci».
Tra le altre novità, il fatto che al di fuori delle Dat autografe e registrate nessun’altra dichiarazione di intenti e orientamenti (confidenze, video, lettere ecc.) possa avere valore per ricostruire la volontà di una persona e il coinvolgimento dei familiari «come definiti dal Codice Civile» in caso di mancata nomina del fiduciario: cioè nessun riconoscimento alle coppie di fatto. Il relatore Domenico Di Virgilio ha poi punteggiato in extremis il testo di «senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica», come richiesto dalla Commissione Finanze. Così spariscono per esempio gli “uffici dedicati” alla raccolta dei biotestamenti.
La discussione si preannuncia in salita: oltre alle criticità evidenziate dalle altre commissioni (a cominciare dalla non vincolatività delle Dat e dal che fare quando si tratterebbe di interrompere dei trattamenti, non solo di non attivarli), c’è il perdurante clima di battaglia ideologica che accompagna il provvedimento.
«Creerà tonnellate di faldoni e di conflitti portati davanti alle autorità giudiziarie», ha predetto Benedetto Della Vedova (Fli); «incostituzionale, inconsistente, deprecabile», l’ha definita il Pd, mentre Isabella Bertolini (PdL) ha confessato un «non riesco ad amarla».
Pierluigi Castagnetti e Carla Castellani (Pd) hanno chiesto una sospensione dell’iter, poiché è «privo di senso» un intervento legislativo su questa materia. E si allunga la fila di chi, come già hanno fatto Ignazio Marino e Umberto Veronesi, ora dice che «questa legge non s’ha da fare».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.