Non profit
Integrazione o ghetto? La scuola che fa discutere
Germania l'esperimento Regenbogenschule
di Redazione

In Germania, il dibattito sul multiculturalismo e l’integrazione sociale dei migranti ha accolto un ospite inatteso: il musicista tedesco George Handel. La sua suonata ha accompagnato l’inaugurazione, a Friburgo, di una scuola elementare fuori dal comune. La Regenbogenschule (“arcobaleno”), struttura privata che, per ora, conta una sola classe composta da nove alunni, tutti figli di immigrati. Finanziata dalla Piattaforma accademica di Friburgo, associazione fondata da migranti turchi, ha come obiettivo quello di insegnare il tedesco ai figli dei nuovi immigrati, facilitando nel contempo il rapporto tra i responsabili educativi e i genitori (che spesso non padroneggiano la lingua).
Ilhan Cicek, uno dei membri della Piattaforma, ricorda: «Da ragazzino, quando andavo a scuola qui in Germania, mia madre andava alle riunioni dei genitori, ma non parlava il tedesco. Era una situazione difficile». C’è chi si oppone al progetto, sostenendo che «favorisce l’islamizzazione del sistema educativo tedesco», ma la direttrice della scuola, la professoressa Özdemir, è convinta che «vogliamo essere un modello per facilitare l’integrazione sociale dei nostri figli in Germania. Lo studio della religione islamica, del resto, è escluso dal programma scolastico».
Hafize Dogan è madre di uno degli alunni. «Ho scelto questa struttura perché i bambini sono seguiti molto bene, sono al sicuro e perché la scuola pubblica non offre le stesse chance per il futuro dei nostri figli». Come sottolinea Der Spiegel, «si può pensare che queste motivazioni siano esagerate o poco pertinenti», ma rimane il fatto che le persone coinvolte nella Regenbogenschule «non sono contro l’integrazione, né sono degli emarginati. Danno soltanto grande importanza all’educazione dei loro figli e alla società nella quale vivono».
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