Ultimo appuntamento per Prove Aperte – La Filarmonica della Scala incontra la città. Progetto, promosso da UniCredit Foundation, che da febbraio grazie alla stretta collaborazione della Filarmonica del teatro scaligero ha sostenuto alcune importanti associazioni non profit milanesi.
Domenica 8 maggio alla Scala le note di Wagner e Dvorák risuoneranno a favore di Opera San Francesco per i poveri, storica realtà cittadina che da oltre cinquant’anni è in prima fila nell’accoglienza degli ultimi. «L’aspetto che più mi piace è il mettere in parallelo due realtà di Milano: la Scala e Opera San Francesco, che nella tradizione meneghina è la mensa dei poveri, segno di un percorso di carità e solidarietà che ha preso il via con fra Cecilio nel 1959» osserva padre Maurizio Annoni, presidente di Opera San Francesco. «È un’iniziativa che ha fatto incontrare le eccellenze di Milano: la musica della Scala e il volontariato, punto di forza della città. Le associazioni coinvolte in Prove Aperte toccano tutti i campi dell’intervento sociale»
Avete già un progetto per impiegare i fondi che saranno raccolti?
Stiamo valutando. Una possibilità è quella di attuare uno dei nostri obiettivi: completare i nostri servizi con l’accoglienza notturna. Avendo un immobile di proprietà che abbiamo utilizzato come centro di raccolta e per i volontari, avevamo pensato di ristrutturarla, ma ne avremmo ricavato pochissimi posti. Non vogliamo aprire un dormitorio per 500 persone, ma qualcosa che sia sostenibile. Per questo siamo alla ricerca di un immobile che possa rispondere al nostro obiettivo. L’altra possibilità è dar vita a un progetto più urgente: la manutenzione straordinaria della cucina della mensa. Purtroppo dovremo chiudere per qualche giorno, ma non lasceremo senza pasto i nostri ospiti: prepareremo dei sacchetti take-away.
L’iniziativa alla Scala è piaciuta ai vostri volontari e sostenitori?
Sono tutti contentissimi; per qualcuno sarà la prima volta alla Scala. Anche per me è un evento: sono milanese, ma sarà la mia seconda volta alla Scala. Un aspetto che piace ai volontari, e che nasce dal senso di appartenenza all’associazione, è vedere che questo evento è proprio per noi, è dedicato a Opera san Francesco. Soprattutto, viene vissuto come un riconoscimento al servizio “dietro le quinte” che ciascuno di noi fa alla città di Milano.
In tempi di crisi e sbarchi, come vivete questo vostro “dietro le quinte”?
Dopo mesi che non accadeva, lunedì 11 aprile abbiamo superato le 1.500 presenze a pranzo. E il futuro che ci aspetta rispecchierà da un lato la crisi in atto, dall’altro l’aumento dei profughi e degli immigrati. Abbiamo fatto delle verifiche: dal primo marzo all’8 aprile abbiamo registrato 80 tunisini. Una decina, invece, hanno usufruito solo del buono pasto: ci hanno detto che vogliono proseguire il viaggio verso altri Paesi europei.
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