Non profit
Smettiamola col Thyssenefrega
Giovannelli (Anmil): «Tutti i giorni singoli lavoratori perdono la vita e l'opinione pubblica resta indifferente»
di Redazione
«Quello della Thyssen è un caso limite. Ha ragione Confindustria quando sostiene che è ingiusto considerarlo emblematico e fa bene a sottolineare che non corrisponde al panorama delle aziende italiane»: il giudizio è di Sandro Giovannelli, direttore generale dell’Anmil (l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, che al tema della sicurezza e alla prevenzione degli infortuni dedica molte delle sue energie). «I dati Inail sono eloquenti: su 100 imprese sono 6 quelle in cui si verificano infortuni. E in genere non sono le grandi, in cui anche grazie alle organizzazioni sindacali c’è maggior controllo». Dunque non si può valutare dal singolo, pur gravissimo episodio, e nemmeno costruire su quello valide politiche della sicurezza.
Certo, nemmeno va abbassata la guardia: «È vero», prosegue Giovannelli, «che abbiamo una legislazione particolarmente avanzata che potrebbe aiutare a prevenire rischi ed evitare tragedie. Il problema è che si tende a non applicarla». Dunque, occorre impegnarsi ancor di più per promuovere la cultura della prevenzione: «Intervenire sulla formazione, sul miglioramento delle condizioni in fabbrica, lavorare quotidianamente sulla consapevolezza di imprenditori e lavoratori».
Già, perché gli incidenti – sia pure con la lieve flessione registrata lo scorso anno – continuano ad accadere, in particolare nelle piccole e medie imprese. E quello della lavorazione dei metalli è, assieme all’edile, il comparto più a rischio. Le morti bianche, prese singolarmente, colpiscono l’opinione pubblica meno della strage che ha visto cadere sette operai insieme. Dunque ricevono meno attenzione mediatica (specialmente da parte delle televisioni) e finiscono con l’impressionare meno. «Al di là del clamore della specifica vicenda Thyssen, in cui è stato anteposto il profitto economico alla sicurezza dei lavoratori, e dopo aver espresso la solidarietà alle famiglie delle vittime, va detto che purtroppo tutti i giorni capita che singoli lavoratori perdano la vita per cause che andrebbero verificate caso per caso». Dunque, diffondere la cultura della prevenzione e la consapevolezza dei rischi è importante, così come è importante che l’opinione pubblica continui a vigilare. «Su ogni singola morte», conclude Giovannelli, «dovrebbe esserci lo stesso tipo di mobilitazione e la stessa attenzione: le famiglie della Thyssen hanno ricevuto 12 milioni di risarcimenti, mentre in genere per ottenere 200mila euro ci vogliono un giudice e tanti anni di causa».
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