Non profit
Agire: «Più preparati alle emergenze»
Nel bilancio dell'Agenzia, un apposito "fondo di risposta rapida"
di Redazione

È al Bilancio di missione 2010 che Agire, l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze cui appartengono 12 ong, affida alcune novità particolarmente significative. Perché quello trascorso è stato un anno importante: non si sono solo affrontate – e bene – le emergenze ad Haiti e in Pakistan, ma si è avuto anche il tempo per ragionare su qualità, tempestività e trasparenza dell’intervento. «Abbiamo introdotto», spiega il direttore di Agire, Marco Bertotto, «un fondo di risposta rapida per avviare subito operazioni urgenti». Sarà alimentato dagli interessi maturati in attesa che le donazioni siano usate e da quelle tardive (che giungono a sei mesi da un appello). «Beninteso, i soldi inviati per Haiti vanno ad Haiti», precisa Bertotto, «ma questo meccanismo consentirà di compensare gli appelli, di non dover modulare la nostra capacità di risposta in relazione all’esposizione mediatica di una emergenza». Basta confrontare i risultati di Haiti e del Pakistan per capire quanto serva: per il sisma ad Hispaniola sono stati raccolti 14 milioni (e soccorse 250mila persone), poco più di 600mila per le alluvioni che hanno colpito 21 milioni di pakistani. Novità anche per la suddivisione dei fondi: saranno ripartiti sulla base di una “matrice di capacità”. «La ratio è dare di più a chi sa meglio spendere, perché conosce i luoghi, vi lavora da tempo, valutando le esperienze precedenti e permettendo alle ong di costituire un consorzio per partecipare a un appello». Infine, va segnalata l’intesa con Banca Prossima per creare una piattaforma di strumenti finanziari a supporto delle raccolte e degli interventi.
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