«Penso che mi comprerò presto un asinello sardo da mettere nell’orto». Erano le 22.13 di martedì 18 ottobre. È l’ultimo post su Facebook di Sandro Usai. Il martedì dopo era il 25 ottobre e Sandro stava sotto la pioggia battente, addosso il giubbotto giallo con su scritto “volontari”. Apriva i tombini, per dar sfogo all’acqua che stava salendo. Poi è arrivata l’onda di fango che se l’è portato via.
Sandro Usai, 40 anni, è il volontario della Protezione civile di Monterosso morto mentre prestava soccorso ai suoi compaesani. Il sindaco ha già annunciato che gli dedicherà una strada. «Quando è arrivata l’onda siamo fuggiti in un vicolo, poi Sandro si è allontanato perché ha capito che due persone erano in difficoltà davanti al bar Fast. Era dietro di me e in un attimo è sparito», ha detto Marco Bernardi, il suo caposquadra. Che è anche il titolare del ristorante dove Sandro lavorava come cameriere, “L’alta marea”. Il suo corpo l’ha restituito il mare, dopo cinque giorni di speranza piena di angoscia. La moglie Elena lo ha riconosciuto dai Quattro Mori tatuati sulla spalla, simbolo della sua Sardegna.
«Noi ti conoscevamo, ora tutti sanno com’eri… Ciao Sandrixeddu», scrive la sorella sul web. In poche ore sono comparsi due profili, pieni di «eroe» e «angelo». Insieme hanno più di 1.300 “mi piaci”. Per lui, che su Facebook aveva 31 amici. Che non aveva confuso sociale e social. E che, come un ragazzino, contava i giorni di vita insieme alla sua Elena: sono «107 giorni che ci ho messo l’anello al dito», aveva scritto. «I nostri amori sono pieni di calcoli», si lamentava don Mazzolari. Il conto di Sergio invece era aperto.
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