Non profit

Italia, quattro mosse per un nuovo modello

sviluppo

di Redazione

Mentre Mario Monti tesseva la sua tela nei palazzi romani, a Milano c’era già chi provava a tracciare una rotta per il nostro Paese. Niente di complicato, quattro princìpi cardine attorno ai quali organizzare una ripartenza: chiarezza del quadro normativo, responsabilità nel rispetto delle norme, un nuovo modello di sviluppo basato sull’equità, ricerca della partecipazione. Si tratta dei “Princìpi per un’Italia responsabile” messi a punto da ActionAid Italia e presentati nel corso del convegno “Responsabilità, trasparenza e partecipazione. Accountability: un impegno per ricostruire il Sistema Italia”, nella sede del Sole 24 Ore. Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia, la spiega così: «È un invito a tutte le forze politiche, economiche e sociali del nostro Paese a una presa di responsabilità collettiva che permetta di riaffermare la credibilità dell’Italia rispetto ai propri cittadini e ai partner internazionali. I princìpi indicati sono quattro semplici pilastri che, se trovassero una rigorosa declinazione e applicazione, potrebbero determinare un vero cambiamento nel Paese. Ora più che mai, compito della società civile è quello di svegliare l’Italia e contribuirne al cambiamento».
Una sorta di “contagio positivo” che può e deve arrivare dal mondo del non profit, ma poi allargarsi al mondo dell’impresa e a quello della pubblica amministrazione e della politica. «Questo è per noi è un passaggio di un percorso che è solo all’inizio», spiega De Ponte, «vogliamo continuare a fare dei passi con tutti gli attori della società civile uscendo dall’angolo delle ong: questi princìpi vanno portati alla base di un lavoro che deve procedere poi nel concreto, ente locale locale per ente locale, azienda per azienda».
Le prime risposte, raccolte prima (con l’adesione, fra gli altri, di Gianfranco Fini, Giuliano Amato, Luigi De Magistris e Matteo Renzi) e durante il convegno, sono state incoraggianti: «Solidarietà e sviluppo sono due elementi complementari e necessari al rilancio del Paese», ha spiegato Vincenzo Boccia, vicepresidente di Confindustria. «Come nel dopoguerra, la spinta positiva che deve emergere è quella in grado di spostare l’ago della bilancia dagli interessi personali alle esigenze del Paese, le quali devono essere poste al centro della discussione politica». Qualcuno ha messo sul campo proposte concrete: «Proviamo ad attuare i “Princìpi per un’Italia responsabile” a cominciare da un primo gruppo di Comuni, grandi e piccoli in varie parti d’Italia», ha detto Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi, in rappresentanza dell’Anci. Ad Andrea Olivero, che di lì a poco sarebbe stato ricevuto dal presidente incaricato Monti, il compito di rivendicare il ruolo centrale del terzo settore nel tracciare il nuovo modello: «L’accountability è un elemento strategico anche per le stesse organizzazioni della società civile che, oltre ad un ruolo di coesione sociale, oggi hanno la possibilità di esprimere la propria autorevolezza e rappresentare un cambiamento nello “stile” di governo del Paese».

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