«Nel caso delle cooperative sociali il secondo livello non è imprenditoriale, è territoriale. Per questo abbiamo cercato di meglio definire le modalità con cui esercitarlo». È soddisfatta Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali, anche se non si nasconde le difficoltà di applicazione del nuovo contratto nazionale.
Quali le maggior difficoltà?
Forse appunto il secondo livello legato alla produttività e per il quale abbiamo meglio definito alcuni indicatori per misurare l’andamento delle imprese. Un altro passaggio importante riguarda gli accordi di gradualità. Non siamo in una fase normale, la crisi è pesante, le molte manovre hanno prodotto una significativa riduzione della spesa sociale e questo non può essere senza conseguenza sulle politiche degli enti locali e Regioni e quindi sulle cooperative. Presumibilmente ci saranno problemi per gli adeguamenti tariffari che recepiscono i nostri costi contrattuali. Per questo abbiamo coinvolto pienamente le parti sindacali e datoriali.
In che modo?
Le parti potranno concordare forme di applicazione con tempistica diversa, adeguando il contratto a condizioni di concreta compatibilità, tenendo conto delle ripercussioni della fase attuale e quindi di territori che possono vivere in modo sistemico difficoltà significative.
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